Gere: “Demonizzare i migranti è da idioti”. Salvini: “Li porti con sé a Hollywood”

L'attore a Lampedusa per sostenere Open Arms: "I politici vogliono dividere le persone"

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Conferenza stampa all’aeroporto di Lampedusa (Ag) sul caso Open Arms. Oltre a Oscar Camps, fondatore Open Arms, e a Riccardo Gatti, presidente Open Arms Italia, sono presenti Richard Gere, attore e attivista per i diritti umani, e Gabriele Rubini (Chef Rubio), cuoco e fotografo.
“Hanno tutti toccato il mio cuore. Ho parlato con un gruppo di donne sulla nave: una nonna, con la figlia e i nipotini e la loro storia è orribile – ha detto Richard Gere -. Hanno minacciato di fare del male al resto della famiglia se la mamma dei bambini non si fosse concessa sessualmente più volte e lei si è sacrificata”.
E ancora: “Non sono interessato a Salvini, i politici invece di aiutare queste persone le demonizzano e questo deve finire e può finire se lo facciamo finire noi. Il mio unico interesse è aiutare questa gente. Basta. A differenza di quello che dicono i politici, i governi e qualche giornale, la maggior parte dei migranti sono cristiani”.
Il vicepremier non si fa sfuggire l’occasione: “Visto che il generoso milionario annuncia la sua preoccupazione per la sorte degli immigrati della Open Arms, lo ringraziamo: potrà portare a Hollywood, col suo aereo privato, tutte le persone a bordo e mantenerle nelle sue ville. Grazie Richard!”.
L’attore dal canto suo ha aggiunto: “Non sono italiano e sono restio a parlare della situazione politica italiana odierna. Anch’io vengo da un Paese dove la situazione politica è bizzarra e dove viene demonizzato chi arriva dal Messico, da El Salvador, da Panama, dall’Honduras”.
“Sembra che ci sia una generazione di politici che mette la propria energia nel dividere le persone, come se nel dividere ci fosse del guadagno, che è una cosa idiota. Ma siamo tutti interdipendenti”.
“Deve essere interrotta questa situazione di stallo della Open Arms, adesso. A bordo la situazione è grave, ci sono persone che vivono ammassate tra di loro e se la condizione non è peggiore è grazie ai volontari della nave”, ha continuato l’attore.
“Tutti noi che siamo saliti a bordo e abbiamo potuto notare che le 121 persone sono state accudite bene dalla Open Arms, mangiano 3 volte al giorno e sembra che stiano bene. Poi ti rendi conto che sono sulla barca strettissimi, il contatto fisico è ravvicinato e c’è un rumore forte”.
“E’ ovvio – ha affermato – che l’equilibrio è pronto a rompersi per cui questa situazione deve essere interrotta adesso. La situazione è grave, molte di queste persone sono state già su delle barche, sono state riportate in Libia e torturate e poi di nuovo in viaggio. Se non ci fosse stata l’Open Arms queste 121 persone sarebbero morte. Queste persone non hanno la visione del futuro, hanno solo l’immediata esigenza di lasciare il posto degli orrori dove sono stati in Libia e sono pronti a morire per fare questo”.
“Mio figlio che è qui con me a Lampedusa è rimasto molto colpito da questa vicenda e soprattutto dagli operatori di Open Arms, che hanno un cuore enorme oltre a una grande professionalità: io stesso dopo questa esperienza farò ancora di più”, ha concluso l’attore parlando del figlio Homer James Jigme, 19 anni.
NUOVO SOCCORSO DI OPEN ARMS. “Abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma e a quella di Agrigento per verificare se tutto ciò non rappresenti una fattispecie di reato”, ha annunciato Oscar Camps. Intanto la Open Arms, la nave bloccata in mare a una trentina di miglia da Lampedusa da ormai una settimana con a bordo 121 migranti, tra cui 32 minori, è stata “allertata” per una nuova operazione di salvataggio nel Mediterraneo. Altre 39 persone sono state tratte in salvo in acque internazionali.
“Ora aspettiamo un porto sicuro dove sbarcare”, annunciano. La segnalazione del barcone con a bordo le 39 persone è arrivata ancora una volta da Alarm Phone. Nella serata di ieri “siamo stati contattati da una barca in difficoltà nella zona Sar maltese con 45 persone a bordo – scrive su Twitter il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà -. Alle 21 abbiamo avvertito l’Rcc (Centro di coordinamento dei soccorsi, ndr) di Malta” chiedendo un soccorso immediato in quanto, stando al racconto dei migranti, la barca stava affondando.
A chiedere l’intervento di Open Arms è stata proprio Malta ma ora La Valletta ha fatto sapere alla Ong di essere disponibile a trasferire su una motovedetta i 39 salvati questa notte e trasferirli a terra ma di non essere disponibile per gli altri 121 migranti a bordo da 9 giorni. Una decisione “inammissibile”, dicono da Open Arms. “Questa situazione – aggiunge Oscar Camps – sta provocando gravi problemi di sicurezza a bordo”.

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