“Teatro Bellini a rischio chiusura”

Un pezzo di Catania rischia di scomparire, i sindacati lanciano l'ennesimo appello alla Regione e chiedono un confronto urgente con il neo assessore Messina

CATANIA – Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno inviato una nota all’assessore regionale del Turismo e dello Spettacolo Manlio Messina, per chiedere un incontro urgente sulla grave situazione in cui si trova il teatro Massimo “Bellini”.
La richiesta arriva dopo un incontro convocato dal sovrintendente dell’ente lirico Roberto Grossi che ha esposto alle sigle sindacali, presenti con i rappresentanti aziendali delle federazioni Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom, Ugl spettacolo, insieme ai colleghi di Libersind, Snalv Confsal e Fials Cisal, la problematica relativa al bilancio ed ai fondi in entrata e la questione legata alla composizione della governance e del management del teatro.
“La situazione è drammatica – dicono Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli, Giovanni Musumeci, insieme ai Rsa Loretta Nicolosi, Antonio D’Amico, Salvo Orlando, Mauro Cossu, Cosimo Fichera, Massimo Ruta, Giovanni Monti, Salvatore Agosta, Aldo Ferrente e Aldo Piazzese.
Dall’ultima riunione, avvenuta a maggio, ad oggi non ci sono state evoluzioni in positivo. Al contrario, abbiamo potuto appurare come la Regione abbia appostato le somme soltanto per il 2019 (incrementandole peraltro rispetto al passato) e per il 2020, mentre l’ente teatrale ha bisogno di una programmazione finanziaria fino al 2021 per chiudere il bilancio triennale richiesto dalla legge.
Senza fondi riconosciuti, che peraltro sono già esigui rispetto alle necessità e considerato che Comune e Città metropolitana a causa delle loro vicissitudini non versano il loro contributo da tempo, lo strumento finanziario non si potrà redigere e con la gestione provvisoria in atto sarà impossibile prevedere una programmazione per la nuova stagione lirico – sinfonica. In più il nuovo bando per la ripartizione nazionale del Fondo unico per lo spettacolo prevede dei parametri che per buona parte rischiano di penalizzare ulteriormente il teatro catanese, già fortemente danneggiato dalla mancanza o dal ritardo nell’erogazione dei contributi necessari e dall’incertezza gestionale che, di conseguenza, hanno inciso sull’organizzazione degli spettacoli e soprattutto sulla stagione estiva.
L’altra parte del Fus, oltretutto, oltre a non prevedere incentivazioni finalizzate a colmare lo svantaggio territoriale, si affida ad una logica che non premia una pianificazione di qualità quale quella che il “Bellini” ha avuto fino ad oggi. A tutto ciò si somma anche la mancanza del consiglio d’amministrazione, scaduto da oltre un anno, ed a breve anche l’assenza del sovrintendente, visto che l’attuale (adesso in proroga) andrà via il 12 agosto ed il bando di concorso è in fase di pubblicazione.
Se da una parte, quindi, a livello economico si potrà sopravvivere in gestione provvisoria per tutto il 2019 e per redigere un nuovo bilancio servono sia gli stanziamenti, ma anche un tempo congruo ed un organo deputato legittimato per l’approvazione, dall’altra parte per avere un nuovo manager operativo si dovranno attendere i tempi della selezione. Questo significa paralisi, con il rischio che le prime criticità si potranno manifestare già a settembre quando la rappresentazione del “Pirata”, nell’ambito delle celebrazioni belliniane, potrebbe anche subire variazioni provocando un ammanco di 500 mila euro dovuto al rimborso degli abbonamenti e dalla mancata vendita dei biglietti.
Chiediamo – concludono Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Cisal – un confronto al neo assessore regionale, peraltro sensibile da catanese alla problematica, affinché insieme al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, si possa trovare una soluzione condivisa per non far morire un pezzo importante della Sicilia a livello mondiale e garantire ai lavoratori, agli artisti ed alle maestranze, che fortemente preoccupati sono sul piede di guerra, di continuare a produrre cultura e bellezza, elementi fondamentali per lo sviluppo economico del nostro territorio.”

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