“Palermo in C? Meglio ripulire”

Ghirelli: "Accoglierei i rosanero a braccia aperte, ma forse conviene ripartire dalla D. La recente esclusione di alcuni club? E' la coda della cultura passata. Oggi la Lega Pro è in sicurezza"

ROMA – “Il Palermo in Serie C? L’ho detto al sindaco Orlando, io il Palermo lo accoglierei a braccia aperte. Ma forse ai tifosi conviene avere un anno di sofferenza, ripulire la società e ripartire dalla Serie D. Li aspetto il prossimo anno”. Così il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ai microfoni di Sky a proposito della situazione del club rosanero.
“Quando una società viene esclusa è un dolore profondo, perché dietro c’è un mondo e un pezzo dell’emozione si rompe – ha sottolineato Ghirelli – Tante professionalità e tanti posti di lavoro si perdono, siamo di fronte a un dramma. Ma la situazione attuale, con società escluse già a inizio luglio, è molto diversa da quello dello scorso anno e dimostra che le nuove regole funzionano. Palermo, Foggia e Arzachena sono la coda della cultura passata, la cultura di chi pensa che presentando una qualche documentazione si possa sperare in una deroga. Quell’epoca è finita, quelle regole portavano una diseguaglianza tra i club e potevano incidere anche sul risultato sportivo”.
Ghirelli ha fatto anche il punto sulla Lega Pro: “Dobbiamo ragionare come sistema e dividere meglio le risorse tra le diverse leghe: gli altri ci devono riconoscere che noi curiamo la formazione degli arbitri, degli assistenti, dei dirigenti, degli allenatori e dei calciatori. E la formazione costa: non solo dal punto di vista finanziario ma anche degli errori. Noi paghiamo un prezzo e questo ci deve essere riconosciuto”.
“La sostenibilità economica resta il mio grande assillo e sarà la vera cartina di tornasole per dire se avremo governato bene o meno bene – ha spiegato il numero uno della terza lega professionistica – Si può e si deve fare molto. Noi siamo la Lega dei pullmini, siamo quelli che vanno nelle diverse città, nelle periferie a raccogliere i ragazzini a casa per portarli in un campo sportivo a giocare a calcio. Noi li togliamo dalla strada, svolgiamo una funzione sociale: ci deve essere riconosciuto. In che modo? Con la defiscalizzazione, che permette di destinare delle risorse alla formazione e alle strutture, in modo tale da avviare un circolo virtuoso. Ma poi bisogna anche dividere meglio le risorse tra le leghe”.
Ghirelli ha poi tracciato un bilancio dei primi otto mesi della sua presidenza. “E’ stato un periodo faticoso, eravamo arrivati in una situazione veramente complicata – ha spiegato il presidente della Lega Pro – E’ stato un campionato pesante, abbiamo avuto dieci squadre ammesse senza fideiussioni valide: su questo io ho chiesto scusa anche se non c’entravo nulla, chi invece ha responsabilità non l’ha fatto. E inoltre a inizio stagione portavamo con noi le ferite dei mancati ripescaggi di sei società. Ma ci siamo messi a lavorare e abbiamo superato queste problematiche”.
“Abbiamo rimesso le regole a posto grazie al presidente Gravina, altrimenti il nostro calcio poteva arenarsi e si poteva rompere il giocattolo. Le regole sono state fatte, ora mancano gli ultimi tasselli: le nomine dei giudici sportivi e poi il lavoro sulla Covisoc e sui controlli. Ma il campionato oggi è in sicurezza”.
Per celebrare il 60° anniversario, che cade il 13 luglio, la Lega Pro ha organizzato una festa: “La faremo il 16, perché il 13 c’è la finale del calcio alle Universiadi e noi dobbiamo seguire l’Italia – ha spiegato Ghirelli – Quindi festeggeremo il 16 luglio a Palazzo Vecchio, a Firenze, con Gravina e il presidente della Fifa Gianni Infantino”.

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