La Gregoretti ad Augusta, ma no allo sbarco

La nave della guardia costiera con 131 migranti a bordo aspetta il via libera. Toninelli: "L'Ue risponda"

ROMA – Da Lampedusa a Catania. Da Catania ad Augusta. Continua a girovagare per i mari siciliani la Gregoretti, nave della Guardia costiera con a bordo da venerdì mattina 131 migranti soccorsi nei giorni precedenti. Ma nessuno dei naufraghi sbarca, tranne in caso di emergenze mediche.
Ieri sera sono stati così fatti scendere una donna all’ottavo mese di gravidanza, il marito e due figli piccoli. Per gli altri è sempre valido l’ordine impartito dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che per legge ha il compito di indicare il porto di sbarco: niente Pos (place of safety) “finché la Commissione europea non si farà carico di tutti gli immigrati recuperati”.
E oggi anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Daniele Toninelli – responsabile della Guardia costiera – si è messo in linea con il collega leghista: “Ora la Ue risponda, perché la questione migratoria riguarda tutto il continente”. Ma a Bruxelles, complice il weekend e la fase di vuoto di potere tra la vecchia Commissione in carica e la nuova ancora da insediare, tutto tace.
Di certo, è che cresce il malcontento di chi avversa il trattamento riservato a una nave militare italiana. Anche all’interno della stessa Guardia costiera. Si spiega così il trasferimento nella notte della Gregoretti dallo stazionamento davanti Catania, dove migranti ed equipaggio erano esposti al sole implacabile e al moto ondoso, all’ormeggio al più riparato molo Nato di Augusta, “come è normale che sia per una nave militare”, ha puntualizzato Toninelli, bersagliato dagli attacchi della sinistra per avere assecondato il diktat di Salvini.
Al momento i migranti a bordo della nave Gregoretti “vengono assistiti dall’equipaggio e dal team medico in attesa, come confermato dal Ministero dell’Interno, delle determinazioni politiche e del riscontro positivo dell’Unione europea sulla ricollocazione dei naufraghi soccorsi”, afferma in una nota la Guardia costiera.
L’ex capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha espresso “piena solidarietà e vicinanza al comandante, all’equipaggio di nave della Gregoretti e al personale delle Capitanerie impegnati nonostante tutto a compiere con onore il loro dovere di marinai per la tutela della vita in mare. Mi auguro che la situazione trovi una soluzione a breve e che il personale delle Capitanerie che opera con abnegazione per la salvaguardia della vita in mare venga adeguatamente tutelato”.
Duro un altro ex ufficiale, il senatore Gregorio De Falco: “Sequestrare a bordo della Gregoretti, nave militare ormeggiata in acque interne, 131 naufraghi non solo è illegale, ma è stupida e inutile crudeltà”, ha twittato. E solidarietà è stata espressa anche da Alessandro Metz, armatore di Mediterranea Saving Humans: “Quello che sta accadendo a Nave Gregoretti, al suo equipaggio e ai naufraghi imbarcati è inaudito. La gente di mare non può essere umiliata così”.
Intanto, dopo il naufragio di giovedì scorso davanti alla Libia con un centinaio di morti, oggi ha fatto sentire la sua voce il Papa. “Rinnovo – ha detto Francesco all’Angelus – un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con prontezza e decisione, per evitare il ripetersi di simili tragedie e garantire la sicurezza e la dignità di tutti. Vi invito a pregare insieme a me per le vittime e per le loro famiglie e anche dal cuore domandare, Padre, perché?”.

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