In Italia più di 5.000 bandiere del gusto

La Campania è prima sul podio nel censimento di Coldiretti, seguono Toscana e Lazio. La Sicilia si difende

ROMA – E’ record per le “Bandiere del gusto” Made in Italy a tavola che, tra le Pappaccelle campane e la Fagiolina del Trasimeno umbro, arrivano a quota 5.155. E’ l’edizione 2019 del censimento delle specialità presentato dalla Coldiretti inaugurando il Villaggio contadino a Milano al Castello Sforzesco.
Una classifica che, tra formaggi, legumi, liquori, salumi, vede sul podio la Campania in testa tra le regioni con il maggior numero di tipicità, 531 prodotti, davanti a Toscana (461) e Lazio (428).
Seguono Emilia-Romagna (396) e Veneto (374), davanti al Piemonte con 342 e alla Liguria con 299 specialità.
A ruota, segnala la Coldiretti, tutte le altre Regioni: la Puglia vanta 285 prodotti tipici censiti, la Calabria (269), la Lombardia (249), la Sicilia (244), la Sardegna (205), il Trentino Alto Adige (195), il Friuli-Venezia Giulia (177), il Molise (159), le Marche (153), l’Abruzzo (148), la Basilicata (135), la provincia autonoma di Trento (105), l’Alto Adige (90), l’Umbria (69) e la Val d’Aosta con 36.
“Dietro ogni prodotto c’è una tradizione rimasta viva nel tempo che esprime al meglio la realtà di ogni territorio – ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – un patrimonio da difendere dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica”.
Ricca e curiosa la lista delle specialità di quest’anno, partendo dalla Campania dove si trova anche la Cucozza zuccarina, la tipica zucca lunga di Napoli. Se nel Lazio c’è il Fagiolo del purgatorio, seminato da tempo immemorabile, la Toscana si presenta in classifica con la Piattella pisana. In Emilia-Romagna molto apprezzati sono i Grassei sbrislon detti ciccioli, mentre il Veneto va fiero del Sangue morlacco, antico liquore del 1830 a base di ciliegie marasche.
Per i piemontesi immancabile tra i prodotti tradizionale è il Montébore, il formaggio più raro al mondo, mentre i liguri vanno fieri del Paté di lardo. Svettano i formaggi anche in Puglia, con il Caciocavallo Dauno e il Pecorino di Maglie tipico del Salento. Il viaggio tra le specialità nazionali, continua in Calabria con l’Origano selvatico, mentre in Lombardia invece si degusta il Violino di capra. In Sardegna non può mancare il casu Axridda, formaggio di latte ovi-caprino. In Sicilia molto tradizionali sono gli Ainuzzi, piccole scamorze di latte vaccino.
I friulani vanno fieri della Porcaloca, un’oca intera disossata farcita con filetto di maiale. In Molise non si può rinunciare alla Treccia di Santa Croce di Magliano, tipico formaggio a pasta filata. Nelle Marche la tradizione contadina impone, invece, il Vino di visciole. In Abruzzo c’è il Cacio marcetto, mentre in Basilicata la Salsiccia al coriandolo di Carbone o l’immancabile Peperone crusco. Viene dal Trentino, invece l’Altreier kaffee, surrogato del caffè tipico di Anterivo, mentre dalla Valle D’Aosta il salume Boudin e prodotto con patate bollite, pelate a mano e lasciate raffreddare.

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