Caritas: “Catanesi sempre più poveri”

Il report fotografa il momento di difficoltà della città che richiede interventi sul fronte dei servizi ai bisognosi

CATANIA. “Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore” è il titolo del primo report (edizione 2019) dei Servizi della Caritas Diocesana di  Catania. Lo studio, realizzato dall’Osservatorio delle Povertà e delle  Risorse dell’organismo diocesano, è online sul sito caritascatania.it e  contiene i numeri, le proiezioni statistiche e le riflessioni dei  referenti dei servizi. L’analisi complessiva ha registrato oltre 225 mila interventi della Caritas in città nel corso del 2018, evidenziando una crescita delle richieste di intervento, quindi un generale impoverimento di quanti vivono nel territorio catanese.
CATANESI SEMPRE PIU’ POVERI. Nel corso del 2018 la distribuzione  degli interventi si è ripartita in porzioni quasi eguali tra italiani e  stranieri (40% di questi extracomunitari). La crescita degli utenti  catanesi ha determinato l’aumento della povertà, secondo i dati dei servizi Caritas, che è complessivamente triplicata nel corso dell’ultimo quinquennio.
CARITAS C’E’. Lo studio analizza in dettaglio, tramite le relazioni  dei singoli referenti, tutti i servizi dell’organismo diocesano: i due  centri di ascolto (Help Center e Diocesano), il microcredito, la consulenza legale, le mense (Help Center e Beato Dusmet), l’unità di  strada, la rete sanitaria, il centro di accoglienza e il gruppo appartamento. All’interno del rapporto anche due focus realizzati dalle associazioni della rete Caritas: Locanda del Samaritano e Associazione Talità Kum Onlus.
I NUMERI PRINCIPALI. A pesare maggiormente, nel complesso degli interventi, sono state le due mense che hanno garantito circa 200 mila pasti in un anno agli ultimi della Città, considerando i pranzi della “Beato Dusmet” (quattro volte a settimana), le cene dell’Help Center (da lunedì a sabato, domenica pranzo), e l’unità di strada (oltre 23 mila  pasti consegnati ai senza fissa dimora tutti i giorni dell’anno).
In risalto anche i numeri della colazione (da lunedì a sabato all’Help  Center) e dei due Centri di ascolto (Cda) dedicati ad aiutare gli assistiti, utilizzando strategie di supporto che prevedono anche interventi economici. Diverse le tipologie di utenti che si rivolgono ai  due Cda: quasi esclusivamente catanesi in via Acquicella (circa 2mila assistiti), con lieve preponderanza straniera all’Help Center (4.500 utenti).
MONS. GRISTINA: “INTERVENTO PASTORALE QUALIFICATO”. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania, scrive  nell’introduzione al volume: «L’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse ha lo scopo di coinvolgere fattivamente la Comunità diocesana in  una rilevazione capillare dei bisogni umani e spirituali del territorio  insieme alle risorse in esso presenti, per un intervento pastorale  mirato, tempestivo, efficace e sempre più qualificato”.
I COMMENTI DI GALVANO, PAPPALARDO E IMPEDUGLIA. Don Piero Galvano, nel suo intervento, spiega: «Tutti siamo Chiesa,  nessuno escluso, e tutti, ognuno secondo le proprie possibilità,  dobbiamo “farci prossimo” dei bisognosi. La Comunità ecclesiale, dinanzi  alle molteplici povertà esistenziali, non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo”.
Salvo Pappalardo, responsabile dei servizi in Caritas Diocesana, sottolinea che “in Caritas si avvertono i segnali della crisi e questi numeri confermano una tendenza negativa che negli ultimi anni ha visto una decisa crescita dei poveri nella nostra città”.
Carmela Impeduglia, referente dell’Opr della Caritas Diocesana, ha  voluto evidenziare come ogni servizio sia “un “punto di osservazione privilegiato”, perché accoglie aspetti diversi di una povertà materiale crescente, sempre incarnata in storie personali e uniche, che chiede di essere compresa nei suoi aspetti più profondi quali la mancanza o la  perdita di un lavoro o della casa, la carenza di risorse culturali e di legami affettivi significativi, la salute precaria, le dipendenze, il sovra indebitamento”.

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