Blitz di Goletta Verde sul fiume Irminio: “Siamo stanchi di rischiare, no alle trivelle”

Nel Ragusano continua la perdita di petrolio da un pozzo dell'Eni. Gli ambientalisti: "Vogliamo risposte". FOTO - VIDEO

RAGUSA – “È inaccettabile lo sversamento di idrocarburi nei pressi di un pozzo di proprietà dell’Eni tra Ragusa e Modica, come inammissibile è la mancanza di trasparenza e informazione sulla situazione”.
La denuncia arriva da Legambiente che oggi ha fatto un blitz sulla foce del fiume Irminio, non lontana da uno sversamento di petrolio che interessa da tre mesi l’area di estrazione di proprietà di Eni in Contrada Moncillè.
I volontari dei circoli di Legambiente Ragusa e Scicli, insieme all’equipaggio della Goletta Verde, in questi giorni sbarcata in Sicilia, hanno esposto nella riserva naturale del Fiume Irmino gli striscioni “Che vergogna”, “No trivelle” e “Stanchi di rischiare”, mentre dall’imbarcazione ambientalista, di fronte alla foce, è stato spiegato lo striscione “Eni – Nemico del pianeta”.

Presente all’iniziativa anche Fabio Granata, direttore del Distretto culturale Sud Est Sicilia. “Vergognoso che in Italia un’azienda come Eni, che dice di operare con la massima sicurezza, sia responsabile di una perdita di idrocarburi da mesi e tuttora in corso, a grave danno dell’ambiente e a minaccia delle falde acquifere e del Mongillè, affluente dell’Irminio, in una zona non lontana dalla riserva naturale macchia foresta. È assurdo che una multinazionale come Eni non sia ancora stata in grado di dare spiegazioni e delucidazioni sulle cause dello sversamento, così come gli enti preposti al controllo” dice Legambiente.
La potenziale contaminazione del pozzo 16 di Eni, nel territorio comunale di Ragusa, è stata denunciata da Legambiente anche con un esposto alla Procura.

scroll to top