Questione morale, scontro M5s-Musumeci

I grillini: "Quattro assessori regionali, due presidenti di commissione e quasi un quarto di deputati indagati, per noi non è normale". Il presidente: "Nessuno più onesto di me"

PALERMO – All’Ars dibattito sulla questione morale. I deputati del M5s attaccano Musumeci e fanno l’elenco degli indagati presenti in giunta e tra i banchi del parlamento regionale, il governatore non ci sta e contrattacca: “Non c’è nessuno più onesto di me”. Volano accuse pesanti che alimentano la tensione tra maggioranza e opposizione.
A pronunciare le parole più dure è stato il deputato regionale del M5s, Antonio De Luca: Tutto quello che c’è attorno a lei sa di fetido – ha attaccato – Non possiamo non ricordare che lei faceva finta di non sentire che i candidati delle liste che l’appoggiavano erano impresentabili. Lei diceva che non si sarebbe fatto tirare la giacchetta. Lei si è venduto la giacchetta insieme alla dignità”
La replica del presidente della Regione è dura: “Siamo tutti onesti in quest’aula ma non ce n’è uno che lo sia più di me“.
“In Sicilia sono stati fatti passi avanti, tuttavia rimane ancora tanto da fare. Non accetto la logica che da questo dibattito emerga qualcuno che possa fare la lista dei buoni e dei cattivi per distinguere le persone per bene e i mascalzoni. Io sono orgoglioso della squadra dei miei assessori, lo dico senza se e senza ma – continua Nello Musumeci – E io assumo per intero il peso delle loro responsabilità politiche, quelle penali attengono all’esercizio di chi le commette. Nessuno pensi che io sia qui per cambiare gli assessori, ma sono qui per dire con orgoglio di appartenere al partito dei garantisti”.
“Fino a pochi anni fa i corridoi di tutti gli assessorati erano affollati di traffichini, accattoni e lobbisti. Persino gli uffici di gabinetto consentivano ai galoppini di fiducia di vigilare e poi riferire al politico che li aveva segnalati all’assessore di turno. Ora questa prassi è meno presente. Gli agricoltori sanno che per estirpare la gramigna non basta una sola stagione. E’ presente però la pratica dei lobbisti negli assessorati, gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano. Nel vuoto del nostro ordinamento il traffico di influenza finisce per diventare un reato omnibus”.
Risponde per il M5s il capogruppo Francesco Cappello. “Quattro assessori regionali, due presidenti di commissione e quasi un quarto di deputati dell’Ars indagati? Ci dispiace, ma se questo per Musumeci e gli altri partiti è normale, per noi non lo è, e non potrà mai esserlo”.
“Giustizia e giustizialismo – continua Cappello – non vanno assolutamente confusi? Siamo d’accordo. Ma non si può sempre e comunque aspettare il terzo grado di giudizio, specie quando si è colpiti da capi d’accusa molto gravi e si occupano posti di grande responsabilità. Savona, ad esempio, continua a dirigere la commissione più importante del Parlamento, tra il silenzio generale, pur essendo accusato di truffa. Ci dispiace non possiamo accettarlo”.
“Musumeci – continua Cappello – deve pure fare pace con se stesso. Ci spieghi come si possano aspettare i tempi della giustizia, come ha affermato, quando dice che la politica deve anticipare la magistratura“.

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