M5s a Catania tra leader e correnti. Dibba: “Salvini si sta berlusconizzando”

L.Cil. - L'ex parlamentare al Rosseau city lab con Casaleggio e i big dei 5 stelle: "Il ministro leghista vuole mandare il governo all'aria. Problemi con Di Maio? E' tutto a posto". Ma la base scalpita. VIDEO

CATANIA – L’enorme mouse gonfiabile in piazza Nettuno a Catania ricorda un po’ quelle attività promozionali delle grandi multinazionali della telefonia mobile. Al posto delle hostess e dei promoter, però, ci sono parlamentari e attivisti politici del M5s per stringere mani (pochine) e per fare selfie con i propri sostenitori.

Il Rousseau city lab è approdato a Catania senza troppo clamore da parte degli organizzatori che hanno scelto un luogo simbolo della movida “paninara” del sabato sera (senza Timberland e Moncler, ma con wurstel e patatine) per riaffermare il  valore della democrazia liquida e diretta.

Sul palco si alternano i big, fino a quando in tarda serata spunta Dibba, Alessandro Di Battista, il viaggiatore-scrittore sotto contratto per Rizzoli (leggi Berlusconi) già deputato del M5s alla Camera e papabile nuovo leader del post Di Maio.
Il governo dura? Non lo so – dice ai giornalisti accalcati pronti a strappargli anche i sospiri -. Vedo Salvini che provoca tutti i giorni. E sono convinto che nella logica di Salvini ci sia l’idea di mandare tutto all’aria per mero tornaconto personale. E questo per me sarebbe molto grave perché conta molto di più l’interesse del Paese che quello privato di una forza politica”.
Poi lo prende in giro: “Ascolto Salvini e ogni giorno si ‘berlusconizza’ di più: farà trapianti, inizierà a mettere i tacchi. Gli mandai un messaggio prima della formazione del governo e gli dissi ‘molla Berlusconi’ che possiamo fare un sacco di cose. Per cui il mio non è un attacco personale a Salvini. Vorrei che attaccasse i poteri forti e decidesse di stare dalla parte degli italiani. Il suo ‘prima gli italiani’ ora è ‘prima Radio Radicale’ pagata con i soldi degli italiani”.

A lanciare Dibba sul palco catanese è Davide Casaleggio, ma salta la preannunciata intervista. Solo monologhi. Il pensiero vola a Beppe Grillo: “Vede le cose venti anni prima. Vi ricordate quando diceva che per fare un’associazione a delinquere ci volevano un magistrato, un avvocato e un politico? Con il Csm aveva previsto tutto…”.
Nella penombra sul lungomare, però, la base grillina scalpita. Perché se le deputazioni compatte fanno scudo all’attuale composizione verticistica del partito, c’è chi, soprattutto tra gli attivisti, vorrebbe scalzare alcuni leader, anche siciliani, per avviare un rinnovamento interno in nome della pluralità e della democrazia diretta.

Basta ascoltare le chiacchiere della piazza, quella distante dal palchetto col microfono, per percepire che una parte della base vorrebbe, “così come avviene normalmente nella politica italiana”, uno schieramento dove chi ha posizioni divergenti non sia tacciato di alto tradimento alla bandiera. “E’ un sacrilegio parlare di correnti all’interno del Movimento 5 stelle?”, ci chiede un attivista della provincia di Agrigento.
Tra i denti c’è chi critica anche la stessa associazione Rousseau, la piattaforma di proprietà della Casaleggio associati, che controlla di fatto tutte le scelte del Movimento, “ come un partito azienda, salvo poi perdere di vista gli strafalcioni locali dei meet-up – commenta un gruppetto di attivisti -. In campagna elettorale c’è stato qualcuno, in provincia di Palermo, che ha pensato bene di aprire un Caf nella sede del M5s. Guardate, poi, quello che è successo al Comune di Catania, le responsabilità sono evidenti, eppure non cambia mai nulla”.
Serpeggia qualche malumore all’interno. Un eurodeputato predica “unità senza litigi, perché se no si va a sbattere”, altri vedono in Dibba il leader del nuovo corso. “Da anni ormai i media tradizionali non fanno altro che sollevare fantasiosi retroscena per dividere il M5s – sottolinea lui -. Non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno”.
Infine respinge le provocazioni su un immediato ritorno in campo al posto del collega Di Maio. “Io dico la mia come ogni altro attivista, da noi sempre il principio ‘uno vale uno’, ma se voi giornalisti venite sempre a intervistare me, alla fine io parlerò più di altri”. Casaleggio osserva e in tarda serata gongola, forse in attesa che il mouse gigante clicchi su “cambia utente”.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti

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