Ragazza stuprata, Catania non ci sta

Venerdì in piazza Europa l'iniziativa "Neanche con un fiore" lanciata da un gruppo eterogeneo e senza colorazione politica

CATANIA – Dopo la notizia dello stupro perpetrato ai danni della diciannovenne americana per mano di tre ragazzi catanesi, subito si sono levate le condanne unanimi da parte di tutti.
Il sindaco Salvo Pogliese ha dichiarato che il Comune si costituirà parte civile nel processo contro i tre giovani e condanne ferme sono giunte da tutte le parti politiche, locali e nazionali, come era naturale che accadesse.
Stavolta però anche la società civile non è rimasta in silenzio e, al di là delle solitarie condanne di ciascuno postate sui social e diventate virali, c’è anche qualcosa di più. Un gruppo molto eterogeneo, infatti, ha lanciato un’iniziativa per un evento che si terrà a Catania, in piazza Europa, domani venerdì 29 marzo alle ore 19.
“Un gruppo eterogeneo e senza colorazione politica – ci racconta Sonia Grasso, una delle promotrici – per un’iniziativa che parte dalla testata giornalistica “Paesi Etnei”, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Moschea della Misericordia di Catania. Trasversale da tutti i punti di vista, a partire da quello politico, infatti siamo coinvolte nell’organizzazione anche cinque donne che si occupano di politica su fronti diversi e spesso contrapposti, proprio a dimostrazione che questa manifestazione non vuole avere nessun colore e nessuna etichetta, se non quella dell’indignazione”.
L’organizzazione dell’evento è trasversale anche sul piano religioso, visto che tra i promotori troviamo un’importante comunità cattolica (quella di Sant’Egidio) ma anche la comunità musulmana (presente con la sua importante moschea catanese). “Credo che un fatto come quello di cui discutiamo oggi – continua Sonia Grasso – non possa che spingerci a una riflessione più profonda, che vada oltre la rabbia e la vergogna che ciascuno di noi ha provato come persona e come cittadino di Catania, perché anche la nostra città subisce un’onta da questo gesto”.
“L’incontro pensato in piazza Europa, proprio nel luogo dove è accaduto il crimine, vuole avere più scopi. Uno, quello sicuramente più evidente, è dire che anche noi “non ci stiamo” perché le donne (le persone in genere, direi io) non si toccano “Neanche con un fiore”, da cui nasce proprio il titolo dell’evento – continua -. Perché non esistono mai giustificazioni a questi fatti, perché non è ammissibile, come è anche accaduto questa volta, sentire dire a questi carnefici che la ragazza era un po’ brilla, sembrava che ci volesse stare. E’ inaccettabile, oltre che chiaramente falso, smentito anche dalle chiamate di aiuto che la giovane, appena diciannovenne, ha cercato di fare fino a quando questi mostri non le hanno tolto il telefonino per continuare ad abusare di lei per quasi due ore. Il secondo scopo è invece andare oltre, oltre il singolo reato, e guardare a cosa sta succedendo nella nostra società, con quali valori stanno crescendo i nostri ragazzi e a quali pericoli stanno andando incontro”.
In effetti a guardare i fatti, oltre alla brutalità della violenza, al voyeruismo di questi ragazzi, tutti con foto di profilo sui social con pettorali e bicipiti in bella mostra, che hanno anche sentito il bisogno di filmare i propri atti, stupisce la superficialità con cui hanno compiuto questa violenza, tentando anche in un caso di ricontattare la ragazza il giorno dopo per chiederle un incontro.
“Il culto smodato di sé, il disprezzo per ciò che rappresenta un essere umano indifeso, la superficialità con cui hanno manifestato il proprio essere anche dopo la violenza, mi ha fatto molto riflettere. E’ chiaro che parliamo di persone che hanno perso i riferimenti, i valori – ha detto ancora Grasso -. Quest’ultima parola usata e abusata che a volte sembra sia stata svuotata di senso per alcuni, quando solo i valori veri, sani, possono guidare le nostre vite. Valori di sana umanità, al di là del credo religioso, politico, valori di rispetto per la vita, nostra e degli altri. Una volta i valori venivano trasmessi in primo luogo nelle famiglie, che non erano certo sempre perfette, ma che garantivano, in linea di massima, dei punti fermi sui quali basare la propria crescita. Oggi troviamo troppo spesso figli ai quali non sappiamo neanche dire no, abituati ad ottenere tutto subito e facilmente, ragazzi che concentrano il loro tempo sui social, spesso annoiati e facilmente orientabili dalle correnti del momento. Per fortuna ci sono tantissimi ragazzi che non sono così, che studiano, lavorano, fanno sport e volontariato. Loro sono la parte buona del nostro futuro, ma a noi tocca riflettere su come fare per arginare la deriva valoriale che rovina porzioni importanti di società”.
L’evento di venerdì pomeriggio vuole essere un primo momento di incontro tra diversi attori della nostra società, mettendo insieme a dialogare gli amministratori con le associazioni, i giovani con le famiglie, con lo scopo di fare emergere il vero volto della città di Catania, che con orgoglio dice “noi siamo altro”.

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