Agen non arretra su Fontanarossa: “Nessuno può impedirne privatizzazione”

Il presidente della CamCom del Sud-Est sul futuro dell'aeroporto di Catania alla vigilia del via al piano di vendita di quote: "Vale più di un miliardo"

CATANIA – “Così come nessuno ci ha obbligato a farla, nessuno ci può impedire la privatizzazione”. Così Pietro Agen, ‘socio forte’ di Sac (da presidente della Camera di Commercio del Sud-Est detiene il 62%), parla del futuro dell’aeroporto di Catania.
Alla vigilia dell’ assemblea dei soci che, anticipa il quotidiano La Sicilia, domani premerà il tasto “play” sul piano di vendita di quote fra il 60 e il 70% dell’azienda che gestisce lo scalo internazionale di Fontanarossa e che oggi lancerà il modello ‘pubblico’ davanti al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, Agen dà una nuova valutazione dell’aeroporto.
“Quando dissi un miliardo di euro fui sommerso dalle risate – ricorda – oggi dico: è poco. Vale ben più di un miliardo, e lo dico dopo aver toccato con mano l’ interesse dei più grossi gruppi mondiali negli incontri con i colossi della finanza. Come Ferrovial, Air Singapore, F2… Tutti nomi incredibili. Ma sono decine… Farei prima a dire chi non è interessato a Fontanarossa”.
“Ci sarà un advisor, selezionato fra i più grossi gruppi bancari al mondo – anticipa Agen sul piano della privatizzazione – che chiederà un preciso piano industriale. Per intenderci: non ci interessa vendere a un fondo pensioni americano, ma l’ identikit ideale è quello di chi vuole portare crescita e sviluppo. E chi entra dovrà mettere in conto che ci sono 300 milioni da investire subito: per l’ allargamento della pista, per il restyling della Morandi e per il piano di viabilità e parcheggi. Catania – prevede Agen – se gestita bene, può arrivare a 20 milioni di passeggeri non fra un secolo, ma fra sei-sette anni”.

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