L’altro Catania e (San) Crispino: festa Siracusa

di Alberto Cigalini. Brutta sconfitta al De Simone per i rossazzurri, sotto dopo 34'' per un gol dell'attaccante etneo e poi fermati dalle prodezze del portiere aretuseo. Rizzo raddoppia (foto Galtieri), Lodi a segno su punizione solo nel finale. Gli etnei perdono terreno in classifica. Premiata l'intensità degli aretusei di Raciti

a.cig.) La sosta non è finita. Il Catania resta fermo ai box, inchiodato ai propri limiti e arenato a quota 37 mentre la classifica in alta quota si complica: +12 per la capolista Juve Stabia, macchina inarrestabile che demolisce la Viterbese in trasferta con una quaterna, +3 per il Trapani, che batte in rimonta la Vibonese riprendendosi la piazza d’onore in solitario, e aggancio al terzo posto del Catanzaro, a segno in casa col Rende.
Vittorie che valgono doppio perché giungono in concomitanza con il nuovo, brutto passo falso esterno della squadra di Sottil. Il 2019 rossazzurro si apre nel peggiore dei modi, con una bruciante sconfitta nel derby del De Simone contro il Siracusa. Che gioca carico a mille interpretando la contesa alla perfezione e giovandosi di una partenza-shock per gli ospiti, sotto dopo 34 secondi. Il tempo di battere il calcio d’inizio e di vedere l’eterno Emanuele Catania, 37 anni e qualità mai sfiorite, puntare l’esitante Esposito e superare con un diagonale il non incolpevole Pisseri.
Lo schiaffo a freddo incide sparigliando immediatamente le carte ma non può essere certo l’unica ragione della sconfitta, anche perché resterebbero novanta minuti e oltre per raddrizzare un incontro messosi subito sui binari favorevoli al Siracusa.
La reazione del Catania c’è. D’impeto, non sempre lucida, ma c’è. Il vantaggio ha l’effetto di azzerare la classica fase di studio e di rompere ogni indugio. Le occasioni da rete nel primo quarto d’ora si susseguono a ritmo vertiginoso.
E qui entra in scena un altro fattore della partita: Diamante Crispino, vera bestia nera rossazzurra. Già protagonista del ko etneo a Bisceglie, il nuovo estremo difensore degli aretusei, ingaggiato mercoledì e subito schierato da titolare, comincia a costruire il suo pomeriggio da migliore in campo sbarrando la via della porta a Biagianti, due volte fermato da pochi passi, e a un colpo di testa di Curiale su cross di Scaglia.
Nel conto dello scoppiettante quarto d’ora iniziale vanno messi inoltre un colpo di testa alto di Aya da ottima posizione, un destro dell’esordiente Carriero a lato d’un soffio e due affondi del Siracusa, insidioso con un tiro dell’ex rossazzurro Parisi, fresco di ritorno in maglia azzurra e anch’egli buttato nella mischia dal 1′, e con guizzo di Catania concluso da un tiro sull’esterno della rete.
Il Siracusa sa di dover pagare dazio sul piano tecnico e colma il gap con corsa, agonismo e applicazione. Il temperamento dei padroni di casa è quello trasmesso da Raciti, etneo doc (come lo stesso Catania) che manda Rizzo ad appoggiare in avanti Tiscione e Catania chiamando i suoi a costanti ripiegamenti in fase di non possesso per sostenere la mediana.
Il Catania, tra una sbavatura e l’altra, continua a provarci ma sbatte sempre su Crispino, che si oppone con reattività a due inzuccate di Aya ed Esposito disinnescando anche un pericoloso cross di Calapai per Curiale, pronto a intervenire. Dall’altra parte, però, c’è un avversario tosto e non remissivo. Una conclusione di Ott Vale dal limite con palla sul fondo fa da preludio a un’occasionissima aretusea: sugli sviluppi di un corner, Rizzo calcia a botta quasi sicura nel cuore dell’area vedendo il pallone sbattere su Biagianti e quindi stamparsi sulla traversa con Pisseri fuori causa per poi pervenire a Tiscione, messo giù da Marotta in chiusura disperata.
Rigore che il mediocre Ayroldi non accorda facendosi poi notare per altre due decisioni contestate: una caduta in area di Manneh nel primo tempo e soprattutto un gol annullato a Curiale nella ripresa per fuorigioco di Marotta, che aveva ricevuto palla dopo una conclusione mancina di Scaglia (respinta con un tocco di braccio in area da Di Sabatino) e il cui tiro era stato ribattuto dal solito Crispino.
Non è comunque l’arbitro a decidere la partita, quanto, semmai, la dormita della difesa catanese sul raddoppio dei locali. Gli etnei ricascano in uno dei vizi più radicati, perdendo le marcature su palla inattiva: lacuna che nel periodo recente, caratterizzato da un solo gol incassato nelle ultime nove uscite, era stata in qualche modo superata, talvolta con la collaborazione degli avversari (vedi l’occasione di Zampa del Monopoli), ma che stavolta torna a evidenziarsi prepotentemente. Sul cross di Palermo in seguito a un corner da destra, Esposito, troppo spesso puntato da Catania e soci e autore di una prova decisamente negativa, perde la marcatura di Rizzo, che fa centro per il 2-0.
Seconda doccia fredda per il Catania, che subisce gol in apertura e chiusura di primo tempo e torna negli spogliatoi con il morale da ricostruire. Sottil cambia subito Esposito per Silvestri, ma i rossazzurri non si ripresentano in campo con l’atteggiamento giusto, sbagliando l’approccio anche nella ripresa. Il Siracusa si rende insidioso con Turati e Palermo mentre gli etnei inanellano troppe sbavature: la luce di Lodi si accende solo a intermittenza, la spinta sulle fasce è discontinua, i meccanismi del reparto offensivo non girano.
Sottil opta per il debutto di Di Piazza andando a comporre un tridente pesante con Marotta e Curiale e inserendo pure Angiulli per Carriero: innesti che però non cambiano la storia della partita, anche perchè quando il rossazzurri riescono a trovare un varco arriva l’errore di Curiale (tocco alto di destro su imbeccata centrale di Lodi) o c’è l’onnipresente Crispino a fermare Aya e Angiulli. Solo a un minuto dalla fine, Lodi riesce a battere il portiere siracusano con una perfetta punizione a giro che però non riapre la sfida, chiusa malamente con Marotta costretto a uscire in barella per un duro scontro aereo con Turati (l’attaccante è stato portato in ospedale a Siracusa per accertamenti e dimesso in serata).
E’ l’epilogo di una falsa (ri)partenza che è una brutta botta per le ambizioni del Catania. Al di là della irrefrenabile marcia della capolista Juve Stabia, la squadra rossazzurra ora più che mai deve pensare a se stessa e ad alcuni nodi da risolvere: certi cali di tensione, la recidività degli errori in alcune situazioni di gioco, la fragilità dell’alchimia offensiva non sono degne di una big e vanno superati una volte per tutte. Altrimenti non ci sarà Di Piazza che tenga.
SIRACUSA-CATANIA 2-1
Siracusa (3-4-2-1): Crispino 8; Di Sabatino 6.5, Turati 6.5, Bruno 6; Parisi 6 (27′ st Bertolo 6), Palermo 6.5, Ott Vale 6.5 (27′ st Del Col 6), Gio. Fricano 6.5; Rizzo 7 (21′ st Cognigni 6), Tiscione 6.5 (27′ st Mustacciolo 6); Catania 7.5 (41′ st Vazquez sv). In panchina: D’Alessandro, Boncaldo, Gia. Fricano, Lombardo, Russini, Talamo. Allenatore: Raciti 7.5
Catania (4-3-3): Pisseri 5.5; Calapai 6, Aya 6, Esposito 4.5 (1′ st Silvestri 6), Scaglia 5.5 (21′ st Baraye 6); Biagianti 6 (35′ st Brodic sv), Lodi 6, Carriero 6 (14′ st Angiulli 6); Manneh 5 (14′ st Di Piazza 5), Curiale 5, Marotta 5. In panchina: Pulidori, Ciancio, Lovric, Bucolo, Rizzo, Mujkic, Vassallo. Allenatore: Sottil 5.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta 4.5
Reti: 1′ pt Catania, 45′ pt Rizzo, 41′ st Lodi.
Note: spettatori 4.000 circa. Ammoniti: Esposito, Curiale, Ott Vale. Angoli: 4-3. Recupero: 1′, 4′.
 

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