Ucciso nel letto con 33 coltellate: “Spegneva le sigarette su mamma”

Palermo. La moglie e figli di Pietro Ferrera restano in carcere. La donna: "Sarà sempre meglio della vita che ho fatto fino a ora"

PALERMO – Il gip di Palermo non ha convalidato il fermo disposto dalla polizia nei confronti di Salvatrice Spatafora e dei suoi figli Mario e Vittorio, indagati per l’omicidio del marito e padre dei ragazzi, Pietro Ferrera. Per il giudice, il provvedimento non doveva essere disposto perché non ci sarebbe stato pericolo di fuga. Come chiesto dalla Procura, invece, il gip ha applicato a tutti e tre la custodia cautelare in carcere.
Salvatrice Spatafora e i suoi figli sono stati fermati dalla polizia sabato. La donna, dopo aver ucciso il marito, ha chiamato il 118 e ha subito confessato il delitto tentando di tenere fuori dalla vicenda i ragazzi. Mario e Vittorio però hanno ammesso di aver avuto un ruolo nell’omicidio. Per tutti i tre la polizia ha disposto il fermo: un provvedimento che ha come presupposto il pericolo di fuga. Una valutazione, quella della polizia, non condivisa dal gip. Ferrera, ex militare riformato per problemi psichici, per anni avrebbe maltrattato, picchiato e umiliato i suoi familiari.
Una situazione infernale che nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare perché l’uomo minacciava di morte l’intera famiglia. Venerdì notte, dopo l’ennesima discussione e le insistenze dell’uomo per avere un rapporto sessuale, la moglie l’ha colpito al collo mentre era disteso sul fianco a letto. Ferrera ha reagito aggredendola e le urla della donna hanno fatto accorrere i ragazzi che hanno colpito il padre con due coltelli da macellaio che tenevano in casa. Alla fine l’uomo è stato ucciso da 33 coltellate.
Nella colluttazione con l’uomo uno dei ragazzi si è reciso il tendine di un braccio. Interrogati dal gip, Mario e Vittorio, che il giorno prima del delitto avevano contattato una poliziotta per raccontare le violenze subite per anni, hanno a lungo parlato del clima di paura che si respirava in casa e delle vessazioni, delle privazioni e delle botte sofferte. “Ci picchiava – hanno detto – una volta ha preso a ginocchiate nostro fratello minore che soffre di una grave malattia”. Ferrera avrebbe minacciato più volte violenza nei confronti dei nonni dei ragazzi e delle famiglie delle loro fidanzate e questo li avrebbe convinti a non rivolgersi alle forze dell’ordine. Fino a giovedì scorso quando erano andati da una poliziotta a cui avevano raccontato tutto in attesa di presentare una denuncia formale.
Il padre, hanno detto, per dimostrare loro di essere un duro e per “educarli” li costringeva a lavarsi con l’acqua fredda e più volte avrebbe spento sigarette addosso alla moglie. Per i tre la procura, che non ha contestato a nessuno l’aggravante della premeditazione, nel corso dell’udienza di convalida ha chiesto la custodia cautelare in carcere.
La donna si è sfogata col suo avvocato, Maria Antonietta Falco, prima di essere interrogata dal gip. “Il carcere sarà sempre meglio della vita che ho fatto fino adesso – racconta il legale – I miei assistiti hanno risposto a tutte le domande. Abbiamo tutto l’interesse che si comprenda soprattutto il clima di terrone nel quale hanno vissuto non solo loro ma tutta la famiglia. La minaccia era sempre la stessa: il marito diceva che avrebbe fatto una strage e avrebbe colpito tutti i familiari ad iniziare dalla nonna”.
Salvatrice Spatafora è profondamente provata. “Ho chiesto che la donna sia immediatamente affiancata da uno psicologo. Ha un aneurisma e in queste condizioni di stress potrebbe davvero essere molto pericoloso – aggiunge l’avvocato – Va controllata a vista”.
I ragazzi hanno raccontato che più volte il padre era solito maltrattare la madre, a volte spegnendole addosso la sigaretta, per motivi futili. La famiglia era tenuta in condizioni di indigenza. Senza soldi e nella continua paura. “Mi sono appellata al giudice e ho chiesto di valutare ogni aspetto di questa vicenda che è unica – conclude l’avvocato – Per questo motivo ho chiesto gli arresti domiciliari. I miei assistiti non hanno alcuna intenzione di fuggire. Sono incensurati. Non hanno neppure mai preso una multa”.

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