Obesità infantile, ambulatori a Comiso e Modica

di Nuccio Sciacca - Sono stati attivati dall’Asp con una equipè multidisciplinare

L’Azienda Sanitaria di Ragusa ha attivato due ambulatori per la prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità infantile, responsabile il pediatra Salvatore Purromuto, coadiuvato dall’infermiera signora Maria Romano. Due gli ambulatori collocati nei Distretti di Modica e Vittoria in modo tale da poter geograficamente meglio soddisfare le richieste dell’utenza. Precisamente a Comiso presso l’ospedale Regina Margherita e a Modica in via Aldo Moro –  Palazzo di vetro.
Il Centro ha seguito, ad oggi, oltre 1.000 nuovi pazienti pediatrici obesi provenienti anche dalle provincie limitrofe, in quanto sprovviste di tale servizio. L’indice di gradimento della prestazione erogata è risultata molto elevata e i nostri dati in via di pubblicazione riguardanti il calo del Bmi z-score – Indice di Massa Corporea – sistema più semplice per calcolare un punteggio tipo, attraverso un metodo statistico ottenuto è superiore alla media nazionale.
Dal  settembre 2018 si è costituita un’equipe interdisciplinare con le nuove figure professionali del dietista, dello psicologo e dell’assistente sanitario che, aggiungendosi a quelle già presenti del pediatra e dell’infermiera, realizzano un livello assistenziale di 2° livello per la cura dell’obesità infantile, come previsto dal Pdta – Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale -, approvato dal comitato direttivo della Siedp, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.
La nuova organizzazione si è realizzata grazie al Psn 1.6 del 2012 “Percorso assistenziale per soggetti con obesità in età evolutiva e diabete mellito”, progetto della durata di un anno. L’obesità infantile ha raggiunto negli ultimi 40 anni proporzioni allarmanti, diventando uno dei maggiori problemi di sanità pubblica globale.
In Europa l’Italia occupa i primi posti della classifica con una prevalenza maggiore nelle regioni meridionali, anche se nei Paesi industrializzati negli ultimi anni si è stabilizzata. Purtroppo i genitori tendono a riconoscere solo tardivamente l’eccesso di peso nel loro bambino, sottovalutando gli errori alimentari e lo stile di vita sedentario che ne sono alla base.
Nel bambino l’obesità può alterare il funzionamento di molti organi e apparati, con la possibile comparsa di fegato grasso – steatosi epatica, ma anche alterati livelli di lipidi e glucosio nel sangue, ipertensione arteriosa, ridotta tolleranza al glucosio/diabete di tipo 2, irregolarità mestruali, patologie osteoarticolari o respiratorie.
Spesso i genitori pensano – erroneamente – che con la crescita il bambino dimagrisca spontaneamente. Infine hanno scarsa consapevolezza delle complicanze associate all’obesità. Da un punto di vista psicologico è importante ascoltare un corpo che potrebbe veicolare una sofferenza che rischia di sfociare in un disturbo della condotta alimentare. Affinché la terapia abbia successo è indispensabile modificare il comportamento del bambino e della famiglia attraverso un’educazione continua su alimentazione e stile di vita.
È importante fin dall’inizio del trattamento definire obiettivi di cambiamento semplici e condivisi fra gli operatori e la famiglia, diretti a modificare sedentarietà e abitudini alimentari. La pandemia di obesità infantile e le sue complicanze, il conseguente aumento della spesa sanitaria minacciano la sostenibilità dei sistemi sanitari pubblici. Pertanto l’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità – e tutte le Società scientifiche, pur in assenza di evidenze, invitano tutti, politici, amministratori e sanitari, a considerare l’obesità pediatrica una “malattia cronica”.
In questa ottica i pediatri devono occuparsene sviluppando reti e percorsi terapeutici sostenibili, avviando la terapia appena la valutazione ponderale lo richieda e affidando poi i bambini con obesità secondaria, severa, complicata o resistente a team specialistici interdisciplinari di secondo e terzo livello.
Nella foto, da sinistra Maria Romano (infermiera), Floriana Falci (dietista), Salvatore Purromuto (pediatra), Mariella Marotta (psicologa-psicoterapeuta) e Federica Gilestro (assistente sanitario)

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