Paura di notte, poi altre 2 scosse. “Catania rischia 150.000 morti”

Terremoto 6.8 in Grecia, trema anche la Sicilia. In mattinata nell'Isola scosse da 3.3 e 3.4. I sindacati etnei scrivono a Di Maio: "E' la città più pericolosa d'Europa, un grande sisma è probabile al 99%. Bisogna cambiare classificazione"

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ROMA – Anche la Sicilia ha tremato all’una di notte per la potente scossa di terremoto, di magnitudo 6.8, che ha colpito la costa occidentale del Peloponneso, in Grecia, causando una grande paura ma fortunatamente nessuna vittima, e solo danni limitati.
L’epicentro è stato localizzato nel mar Ionio, a 38 chilometri dall’isola di Zante, a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita distintamente fino ad Atene, a circa 300 chilometri di distanza, oltre che in tutto il Sud Italia, in Albania e a Malta.
I maggiori danni sono stati registrati a Zante, in particolare nel maggior porto dell’isola, che comunque resta in funzione. Per diverse ore la fornitura di energia elettrica è stata interrotta.
ALTRI DUE TERREMOTI. Durante la mattina in Sicilia sono arrivate altre due scosse di magnitudo consistente: una da 3.3 alle 10.28 a Capizzi, nel Messinese, e una da 3.4 alle 11.30 nella parte meridionale del Canale di Sicilia. A conferma del periodo turbolento in termini di terremoti nell’Isola.
CATANIA HA PAURA. Preoccupate per la situazione, la Cisl Sicilia e la Filca Cisl Sicilia hanno scritto una lettera aperta al viceministro Luigi Di Maio, da oggi nell’Isola, chiedendo che “intervenga per la riclassificazione del territorio catanese da zona a rischio sismico 2 a zona a rischio sismico 1”.
“Secondo uno studio del servizio sismico nazionale, elaborato nel 2013 – affermano Mimmo Milazzo e Paolo D’Anca, segretario generale Cisl Sicilia e segretario generale Filca Cisl Sicilia – se a Catania si verificasse un terremoto di potenza uguale a quello del 1693, nella città ci sarebbero oltre 150 mila vittime e più di 130 mila senza tetto. Un evento di queste dimensioni non è da escludere: un report dell’Ordine regionale dei geologi del 2013, conferma che in Sicilia la probabilità di un sisma di magnitudo 7, nei prossimi 150 anni, è del 99%”.
Il territorio etneo, come sottolineano Milazzo e D’Anca, è impreparato rispetto al rischio sismico. “Catania, costruita ai piedi del più grande vulcano attivo d’Europa e sulla faglia siculo-maltese, è la città a più alto rischio sismico d’Europa – aggiungono i sindacalisti – ma gli edifici pubblici e privati non sono al riparo dalle conseguenze dei terremoti. La maggior parte del territorio è stata costruita negli anni del boom economico, con scarsa attenzione ai materiali, e la parte storica costruita fra il Settecento e l’Ottocento presenta ovvie criticità”.
Per Mimmo Milazzo e Paolo D’Anca, è incomprensibile che la fascia etnea sia classificata come zona a rischio sismico 2 e non in zona a rischio sismico 1″. “La classificazione attuale impedisce di accedere a una serie di agevolazioni – proseguono Milazzo e D’Anca – attraverso le quali, invece, potrebbe essere avviata una seria riqualificazione strutturale del territorio”. I sindacalisti chiedono al vicepremier Di Maio, di “intervenire in prima persona” per quello che entrambi definiscono, “un atto di civiltà”. “Non si può negare ai catanesi il diritto di vivere in un luogo sicuro, la riclassificazione sismica di quest’area è un gesto doveroso nei confronti di migliaia di persone”.
ALLERTA TSUNAMI. Dopo la scossa in Grecia è stata diffusa un’allerta tsunami, ma a quanto risulta non si è poi verificata alcuna onda anomala. Frattanto sono state invece registrate diverse scosse minori, di assestamento. In tutto il Sud Italia ci sono state numerose segnalazioni di cittadini che hanno avvertito il sisma, dalla Sicilia alla Basilicata, dalla Calabria alla Puglia, fino alla Campania.
E l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha fatto sapere che “per le coste di Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia (Ionio) l’allerta è arancio: possibili variazioni del livello del mare inferiori a un metro. Si consiglia di stare lontani da coste e spiagge”. In seguito, l’Istituto ha fatto sapere che “un’anomalia di circa 10 centimetri si è osservata al mareografo di Le Castella, in provincia di Crotone, che conferma l’allerta tsunami arancio per le coste ioniche italiane”.

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