“Difendiamo i nostri diritti”

Lo Monaco (foto Galtieri) replica al patron della Ternana: "Noi e il Novara non 'facciamo casino', non è stata cambiata alcuna regola. Se non ci conosce, taccia"

La rivendicazione dei propri diritti, la richiesta di rispetto per il Catania e l’invito a tacere se non si conosce il club etneo. Pietro Lo Monaco, ad rossazzurro, torna a sentire tramite comunicato ufficiale per replicare alle dichiarazioni del patron della Ternana, Stefano Bandecchi.
“Fino a questo momento non abbiamo mai raccolto le provocazioni dei club che si dicono più virtuosi e meritevoli del Calcio Catania – dice Lo Monaco – ma, registrato l’ennesimo attacco mediatico, è nostro diritto e dovere puntualizzare alcuni concetti. Il signor Bandecchi afferma che “sono state Novara e Catania, che ho letto che saranno ripescate con il Siena, ad aver generato confusione chiedendo a un giudice di cambiare regole esistenti, quelle per il ripescaggio”. Ricordiamo al frettoloso patron della Ternana che il Tribunale Federale Nazionale prima e la Corte Federale d’Appello poi, con argomentazioni stringenti ed inoppugnabili sul piano della logica e del diritto, hanno confermato l’illegittimità della disposizione che impediva al Novara ed al Catania di rientrare tra le società “ripescabili”. Non è stata cambiata alcuna regola, quindi, anche perché in Italia un giudice non cambia le regole ma applica il diritto: sorprende, e non poco, che il fondatore di un ateneo ignori questa differenza”.
“In questo caso – continua il dirigente del Catania – è provato dai due gradi di giudizio citati che la FIGC, proprio secondo i suoi organi giudicanti e non secondo le dirigenze ed i tifosi di Novara e Catania, non aveva il diritto di prevedere una sanzione retroattiva nella stesura della disciplina dei “ripescaggi”. Anche sul piano della sostanza, è paradossale ed ingiusto prevedere che Novara e Catania si ritrovino nelle condizioni di scontare sanzioni aggiuntive, non previste al momento delle rispettive infrazioni, a distanza di anni: dal 2016 ad oggi, ad esempio, il nostro club ha ritrovato e riscoperto una sua solidità economica, rispettando tutte le norme in termini amministrativi e dimostrando quest’estate, a proposito di club virtuosi e sostenibilità, di avere le carte in regola per iscriversi non ad un solo campionato ma a due campionati contemporaneamente”.
“Bandecchi afferma inoltre che “dovevano essere ripescate società virtuose, ovvero quelle che non avevano commesso illeciti amministrativi e sportivi. La legge invece – prosegue Lo Monaco – è stata cambiata e Novara e Catania, due squadre che non potevano essere ripescate, hanno iniziato a fare casino”: il Catania è una società virtuosa, espressione di una città tra le prime dieci in Italia, forte di 226.215 presenze in occasione delle gare casalinghe in Serie C nella stagione 2017/18, con quasi 5.500 abbonati a prescindere dalla categoria in vista del prossimo campionato, con i conti in ordine come risulta a tutte le autorità preposte, con un centro sportivo ritenuto tra i più belli e funzionali in Europa, con un’organizzazione societaria da massima serie e con una qualità tecnica della prima squadra già provata al cospetto di due formazioni di Serie B”.
“A proposito di penalizzazioni – conclude l’ad degli etnei – il Fondi, quando era Unicusano, venne penalizzato per inadempienze amministrative: non crediamo sarebbe giusta, oggi, una pregiudiziale in chiave ripescaggio nei confronti del Fondi, che peraltro non è più Unicusano. La nostra condanna a scontare quel punto di penalità per un ritardato pagamento IRPEF risalente a più di due anni addietro, peraltro, fu espressione delle difficoltà causate da una retrocessione che non maturò sul campo ma venne inflitta d’ufficio per cause che, tre anni dopo, non sono ancora chiare: noi abbiamo scontato le nostre sanzioni, giuste ed ingiuste, abbiamo risanato e siamo sempre più forti. Il Novara ed il Catania non “fanno casino” ma tutelano, entro la cornice normativa e nell’ambito delle azioni concesse dall’ordinamento, i propri diritti. Invitiamo pertanto calorosamente il signor Bandecchi a tacere del Catania, che dimostra di non conoscere, ed a documentarsi un po’ meglio sul concetto di esercizio del proprio diritto”.

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