“Emergenza eternit, Catania in ginocchio”

Salvatore Tomarchio, presidente della commissione al Patrimonio: "In molti quartieri superati i livelli di guardia". FOTO

CATANIA – “L’abbandono di tonnellate di eternit, in avanzato stato di sfaldamento, ai quattro angoli di Catania rappresenta una situazione che ha già ampiamente superato i livelli di guardia perché, oltre alle polveri, bisogna fare i conti anche con i criminali che bruciano i rifiuti speciali causando nubi tossiche e mettendo in ginocchio interi quartieri”.
La denuncia è del presidente della commissione al Patrimonio, Salvatore Tomarchio, che insieme al vice presidente Ersilia Saverino e agli altri consiglieri comunali, hanno effettuato continue segnalazioni a tecnici ed esperti di Palazzo degli Elefanti “con il preciso obiettivo di cominciare un circolo virtuoso che consentisse di smaltire l’eternit in modo sicuro per l’intera collettività”.
“Quello che si verifica continuamente a Monte Po, Librino, San Giorgio, San Giovanni Galermo, San Nullo e molti altri quartieri che compongono la fascia esterna della città è sotto gli occhi di tutti – spiega Tomarchio -. La questione di fondo è che, se non si interviene subito, queste microdiscariche aumenteranno in misura spropositata giorno dopo giorno. L’istallazione delle telecamere di sorveglianza in alcune parti di Catania hanno consentito di cogliere sul fatto decine di incivili e punirli come meritano. Il problema di fondo è che molti altri territorio non godono di questo “Grande Fratello” con la conseguenza che lo scarico di eternit, e di altri tipi di materiali pericolosi, avviene in modo costante”.
“Nel corso degli ultimi mesi la commissione al Patrimonio ha mappato le zone maggiormente a rischio. Un vademecum che presto consegneremo alle forze dell’ordine con il preciso scopo di creare una cabina di regia che, insieme alla videosorveglianza, possa arrestare questa piaga. Smaltire l’eternit in modo legale è un processo che richiede mezzi e operai specializzati, senza considerare il fatto che il materiale va conferito in apposite discariche – conclude Tomarchio -. Da qui l’emergenza provocata dai soliti furbi, dunque bisognerebbe riqualificare tutti quei luoghi abbandonati che oggi sono usati dalla microcriminalità come enormi pattumiere a cielo aperto. Territori franchi dove i piani di recupero vanno assolutamente resi operativi immediatamente per il bene dell’intera città”.

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