“L’Italia #DiventeràBellissima”: Meloni risveglia la destra dell’Etna

Luca Ciliberti. La leader di Fratelli d'Italia a Catania ravviva i cuori dei "patrioti" e incuriosisce l'Azione Cattolica. FOTO ALL'INTERNO

Sulle note di Nuovo Cinema Paradiso, Enrico Trantino indossa il soprabito e lascia la sala gremita, mentre sul palco il futuro deputato Manlio Messina stringe mani e regala foto ricordo di una serata per lui indimenticabile. C’è tutto un mondo nelle sliding door di una serata fatta di passione, coerenza e militanza. Il passato che ritorna, il nuovo che avanza, la voglia di rivincita di un popolo tradito che non ha mai dimenticato le proprie origini e le proprie radici.
Il pomeriggio di Giorgia Meloni a Catania non è certo quello di un leader di un partito minore nella maggioranza di centrodestra dei grandi numeri. Almeno in Sicilia, dove i sondaggi danno Fratelli d’Italia al doppio rispetto alla media nazionale. Non a caso “L’Italia #DiventeràBellissima” è lo slogan nell’Isola. Uno scambio di cortesia elettorale dopo che il partito della Meloni alle regionali ha beneficiato della forza trainante del movimento di Nello Musumeci.
Ruggero Razza, assessore alla Sanità e braccio destro del presidente della Regione saluta e poi scappa a Caltagirone, per la manifestazione unitaria del centrodestra a sostegno del nipote di Raffaele Lombardo. “Chi di voi otto mesi avrebbe creduto in questo risultato? – chiede l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli ai suoi elettori – Noi abbiamo avuto il merito di ricompattare il centrodestra siciliano, tutti ci davano per finiti. Il nostro è un esempio per tutta Italia e di questo dobbiamo dare atto e merito a Giorgia Meloni”.
L’inno nazionale, le bandiere, i video emozionali, gli steward e le hostess in una sala da duemila posti piena, ordinata è disciplinata. Luciano Zuccarello, militante della vecchia guardia, fa su e giù, instancabile. Segue come un fratello maggiore, così come si faceva una volta, 30 giovani di partito che lo aiutano a rendere impeccabile l’organizzazione della serata.
Attesa e osannata, nella Meloni c’è il piglio e il carattere che piace a tutta la destra militante. “Giorgia ha premiato il merito e solo in questo partito esiste questo metodo – spiega dal palco il coordinatore regionale del partito, Manlio Messina – nelle nostre liste non ci sono nominati calati dall’alto, ma tanti di coloro che venti anni fa uscivano con i secchi e la colla per attaccare i manifesti elettorali per Nello Musumeci o per Raffaele Stancanelli. Oggi siamo la nuova classe dirigente”. Sotto il palco c’è anche l’ex finiano Adolfo Urso, oggi candidato nel plurinominale in Sicilia occidentale dietro la figlia di Pino Rauti.
Nel frattempo, un piano sotto, nella sala piccola (circa 800 posti) del centro fieristico, cominciano ad arrivare i giovani di Azione Cattolica di Catania per la festa del 150° anniversario. E’ tutto un altro film.
Le canzoni di chiesa, i dolcetti degli scout e l’euforia dei giovani sono contagiosi. Tra i protagonisti c’è il professore Agatino Cariola, il suo nome in questi giorni è circolato insistentemente come possibile candidato del centrodestra nella partita per le amministrative a Catania. Tra gli inviati l’eurodeputato Michela Giuffrida del Pd, a pochi passi da Giorgia Meloni che il Pd, Renzi e Gentiloni li demolisce costantemente da palco in un intervento di quasi mezz’ora a braccio.
“Noi siamo quelli con le scarpe sporche e con le mani pulite” rivendica l’aspirante leader della coalizione. La famiglia (“si parla di tutto tranne che della famiglia tradizionale”), l’immigrazione (“I fatti di Macerata dimostrano che con l’arrivo incontrollato dei migranti stiamo importando anche i riti tipici della mafia nigeriana”) e la sicurezza (“Vorremmo meno Stato quando si tratta di burocrazia, ma più Stato quando torniamo a casa la sera”) sono i temi della sua campagna elettorale. L’ascolta con attenzione Giovanni Moscato di Vittoria, il primo sindaco di Fratelli d’Italia in Sicilia.
“L’unica proposta che Gentiloni ha per Catania è aprire una succursale del museo egizio. Mi permetto di dire che questa città più che le mummie necessiterebbe dei giovani , che da qui stanno scappando” urla tra l’ovazione della platea.
Il professore Cariola si affaccia nella sala grande per ascoltare Stancanelli, mentre in sala piccola arriva il sottosegretario ex alfaniano Giuseppe Castiglione, definitivamente transitato nel centrodestra. Giusto il tempo dei saluti con il deputato regionale di Forza Italia Alfio Papale, che corre a Belpasso per un’altra riunione elettorale dove partecipa anche zio Pino Firrarello. Dopo li raggiungerà anche Raffaele Stancanelli. Il sindaco di Belpasso Carlo Caputo, invece, preferisce ascoltare per un po’ la chiesa, tanto sopra c’è il suo ex vicesindaco oggi deputato regionale Giuseppe Zitelli.
Sul palco dalle emozioni forti di Fratelli d’Italia s’invoca l’orgoglio dei patrioti, partono gli applausi delle prime file, dove siedono, tra gli altri, anche l’assessore di Forza Italia Marco Falcone e il coordinatore del partito azzurro Pippo Arcidiacono. Qualche poltrona più in là anche l’ex questore Antonio Malafarina, ex fedelissimo di Rosario Crocetta. Su quello dell’Azione Cattolica, invece, arriva la torta dell’anniversario benedetta dal vescovo Salvatore Gristina.
Il film di uno strano sabato pomeriggio elettorale arriva ai titoli di coda, ma la sensazione è che il sequel sia già pronto per la presentazione. E chissà, proprio sul palco più amato dalla politica a Catania.
Twitter. @LucaCiliberti
Luca Ciliberti

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