Salvini, niente processo

VIDEO: il catanese mostra le manette

Arriva la decisione ufficiale: bocciata la richiesta del tribunale etneo, decisivo il voto del M5s. Il senatore Giarrusso provoca i dem che lo contestano

ROMA – La giunta per le immunità del Senato dice no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di poter processare il ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di “sequestro di persona aggravato” per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti. I voti a favore della proposta del presidente della giunta Maurizio Gasparri di dire no all’autorizzazione sono stati 16; 6 i contrari.
I favorevoli alla proposta di Gasparri di dire no all’autorizzazione a procedere contro Salvini sono stati i 4 senatori di Forza Italia (Gasparri, Malan, Modena e Paroli), i 4 della Lega-partito Sardo d’azione (Pillon, Tesei, Pellegrini, Augussori), Meinhard Durnwalder del gruppo Autonomie, Balboni di FdI, i 6 esponenti del M5s: Giarrusso, Crucioli, Evangelista, Gallicchio, Riccardi, Urraro.
La senatrice D’Angelo ha appena partorito e non si è presentata in giunta. Per un totale di 16 voti Hanno votato invece a favore dell’autorizzazione a procedere e quindi contro la proposta di Maurizio Gasparri i 4 senatori del Pd: Cucca, Rossomando, Ginetti e Bonifazi; Pietro Grasso di LeU e Gregorio De Falco (ex M5S) ora al gruppo Misto.
Fuori dall’aula il senatore catanese Mario Michele Giarrusso, contestato dai colleghi dem, ha risposto con il gesto delle manette, incrociando i polsi. Poco prima aveva detto “Io non ho i miei genitori agli arresti domiciliari”.

Il ministro dell’Interno così si è salvato grazie al voto popolare del M5s. Il responso è arrivato ieri on line. Non senza travaglio. La piattaforma Rousseau, che in genere consegna risultati plebiscitari, questa volta ha visto i 52.417 votanti schierarsi per il 59,05% a favore del no al processo, il 40,95% per il sì.
“Li ringrazio per la fiducia, ma non è che sono qui a stappare spumante o sarei depresso se avessero votato al contrario – ha commentato Salvini -. Sarei stato disponibile ad affrontare anche qualsiasi altro voto, non ho problemi. Se uno ha la coscienza a posto come ce l’ho io non vive con l’ansia”.
“Manderò un sms a Luigi Di Maio. Lo ringrazio per la correttezza, l’avrei ringraziato anche se il voto fosse stato diverso perché lui si era espresso in maniera chiara. In democrazia – ha aggiunto – il popolo è sovrano. I cinquestelle sono stati sempre duri, ma per altri tipi di reati: di solito i parlamentari venivano processati per truffa, corruzione. Questo era un atto politico per il bene degli italiani, ne ero convinto io e anche la maggioranza dei loro elettori”.
“Abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, noi lo facciamo da anni. I nostri iscritti decidono e noi portiamo avanti quella linea – ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio -. Se sul caso Diciotti fosse uscita l’altra linea avrei portato avanti quella perché in M5s lasciamo spazio alla democrazia. Se lo avessero fatto le altre forze politiche ora non starebbero all’opposizione”.
“Il governo va avanti, come tanti italiani ci chiedono. Ad aprile c’è da far partire il reddito di cittadinanza e ci sono da fare tante altre cose”, ha concluso Di Maio al termine dell’assemblea congiunta M5s.

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