CATANIA – StMicroelectronics in Italia chiederà la cassa integrazione guadagni ordinaria per il sito di Catania, eccetto il nuovo investimento chiamato WSiC, per due settimane. Saranno coinvolti un massimo di 2.500 dipendenti su un totale di 5.400 dipendenti a Catania. E’ quanto si apprende da fonti qualificate. La riduzione temporanea non è correlata al programma globale annunciato da Stm per ridisegnare la base manifatturiera, accelerando la capacità produttiva del silicio e del carburo di silici ridimensionando la struttura di costo globale.
Le due settimane scatterebbero, secondo quanto si è appreso, dal 15 marzo e dal 27 aprile prossimi. Lo scenario di riferimento di Stm, come comunicato dalla multinazionale a fine gennaio, resta difficile nel primo trimestre 2025: continuando a far fronte ad un ritardo nella ripresa e ad una correzione delle scorte nel settore Industrial e ad un rallentamento nell’Automotive, entrambi in particolare in Europa. Per gestire proattivamente la situazione, come si è soliti fare in un’industria “ciclica” come quella dei semiconduttori, spiegano fonti del dossier, si interviene riducendo fra l’altro i livelli di attività in tutte le strutture manifatturiere globalmente. Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre.
Le prospettive di Stm sono state al centro di un incontro a Roma tra il ministro Adolfo Urso e il sindaco di Catania, Enrico Trantino. Al Mimit si è parlato dello sviluppo del polo tecnologico e digitale dell’EtnaValley, con un focus su STMicroelectronics e la gigafactory di 3Sun. “Con il ministro ho condiviso un percorso istituzionale per garantire, indipendentemente da fattori contingenti di natura temporanea e non strutturale, i livelli occupazionali dello stabilimento STM di Catania, azienda strategica per lo sviluppo dell’hi-tech in Italia e Sicilia”, dice Trantino. “Abbiamo concordato sull’assoluta necessità di evitare ogni arretramento sui piani di sviluppo già avviati, nonostante le congiunture internazionali negative sull’automotive e la necessità di mantenere gli impegni degli investimenti aziendali annunciati nei mesi scorsi”. Della situazione della multinazionale italo-francese di microelettronica Urso ha parlato nei giorni scorsi con esponenti del governo d’Oltralpe.
“Abbiamo appena depositato un ordine del giorno che impegna l’assessore alle attività produttive Tamajo a sollecitare con urgenza un tavolo ministeriale che affronti la questione alla presenza del governo nazionale, della proprietà STM e di tutte le parti sociali coinvolte che hanno già chiesto di essere parte integrante del confronto”, dicono i deputati regionali del Movimento 5 stelle Lidia Adorno e Nuccio Di Paola, che è anche coordinatore regionale del M5S. Adorno è stata promotrice dell’audizione in Commissione Attività produttive all’ARS delle scorse ore su rimodulazione di STMicroelectronics a Catania, in cui però né azienda, né assessore si erano presentati.
“Ancora una volta – aggiungono Adorno e Di Paola – un’azienda che beneficia di un fiume di denaro pubblico affida allo Stato il destino dei suoi lavoratori, incidendo per due volte sulle tasche dei contribuenti e rovinando il futuro di migliaia di famiglie. La richiesta di cassa integrazione per la metà dei 5000 lavoratori di STMicroelectronics a Catania, conferma purtroppo le nostre preoccupazioni e ribadisce la necessità di un intervento immediato da parte dei governi nazionale e regionale”.