Smog, a Catania tira una “Mal’Aria”

Report Legambiente: situazione critica anche a Palermo

Solo cinque anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, ma le città italiane sono drammaticamente impreparate: l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030. È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città 2025”, che l’associazione ambientalista lancia oggi a Milano. In Sicilia, a Catania è stata la stazione di viale Vittorio Veneto a registrare il maggiore numero di sforamenti con 46 giorni nei quali è stata superata la soglia limite dei 50 microgrammi/metro cubo di Pm10.

Diverse situazioni critiche si sono registrate anche per i fattori inquinanti monitorati, il biossido di azoto NO2. In particolare, a Palermo in ben 3 centraline (Di Blasi – 59, Castelnuovo – 46 e Belgio – 43) e una a Catania (sempre quella di Vittorio Veneto – 42) sono stati rilevati superamenti della soglia media annuale di NO2 (40 microgrammi/metro cubo). Se per le medie annuali di Pm10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge.

In Sicilia tutti i comuni capoluoghi, a eccezione di Enna, sarebbero in violazione delle nuove normative riguardanti il Pm10. In particolare Catania e Palermo sono i comuni che devono ridurre maggiormente le concentrazioni attuali, rispettivamente del 35% e del 33%. Non se la passano meglio Siracusa e Ragusa che dovranno ridurre le concentrazioni del 22% e 18% per rispettare i limiti della nuova direttiva europea. Preoccupano i valori registrati di NO2 a Palermo (40 µg/mc il limite soglia) che si colloca tra i più alti del Paese e supererebbero del 50% i nuovi limiti fissati al 2030.

“Procediamo troppo lentamente e timidamente nell’attuare gli interventi per eliminare le cause delle emissioni degli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città – dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia -. Abbiamo poco meno di 5 anni a disposizione per rientrare nei limiti più stringenti previsti dalla direttiva europea al 2030 per tutelare la salute dei cittadini”.

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