“Le maestre si facciano un esame di coscienza”

di Tonino Demana. Catania: parla la mamma protagonista del pestaggio all'istituto Petrarca VD 

CATANIA – Le maestre picchiate (sotto choc) assenti giustificate, poi tutti presenti: dall’arcivescovo di Catania Renna al sindaco Trantino, dalle forze dell’ordine ai genitori degli alunni dell’istituto comprensivo Petrarca, la scuola balzata agli onori delle cronache per l’aggressione alle insegnanti. Animi accesi per un lungo confronto, dove ognuno ha manifestato le proprie ragioni. C’era anche la mamma che ha aggredito la maestra e, davanti alla scuola, ha parlato con il sindaco Enrico Trantino, fornendo la propria versione dei fatti: è intervenuta perché l’insegnante avrebbe colpito con uno o due schiaffi il figlio, mimando il gesto.

Il primo cittadino ha ricordato che non si reagisce con la violenza, ma rispettando le leggi. Il sindaco è poi entrato nel plesso scolastico di via Pantelleria per incontrare gli alunni di una classe della scuola, probabilmente la quinta elementare frequentata dal figlio della mamma che ha aggredito la maestra. L’arcivescovo Renna ha parlato con alcune madri di alunni che frequentano la scuola Petrarca, apparse infastidite per l’eco mediatica che ha avuto l’accaduto, da loro ritenuto ‘esagerato’, chiedendo il rispetto della privacy degli alunni: “La scuola è stata ferita nel suo grande compito di educare, perché sono i bambini le vere vittime di tutto questo: il cattivo esempio dato con l’aggressione della docente potrebbe diventare il seme da cui nasce la mentalità che i problemi si risolvono con la violenza. Solidarietà con le insegnanti e dialogo con le famiglie, perché superino un modo di fare che non porta a nulla”.

Sul fronte delle indagini intanto si è appreso che sarebbero state due le donne che avrebbero aggredito la maestra e una sua collega, procurando lesioni a una delle due giudicate guaribili in sette giorni. Al momento non risulta ancora presentata alcuna denuncia. Sull’accaduto indagano i carabinieri della compagnia Fontanarossa e della stazione di Nesima.

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