“E ora i precari del Covid che fine fanno?”

Ugl Sicilia: "Bisogna aiutarli senza illuderli"

“I lavoratori precari, impiegati nell’emergenza Covid in Sicilia vanno aiutati e sostenuti nella loro battaglia di principio, ma non illusi o peggio ancora presi in giro. Sono giovani professionisti, validi impiegati, che meritano di continuare a lavorare nei ranghi del sistema sanitario regionale, anche se è giusto dire loro le cose come stanno realmente a norma di legge e pretendere che l’amministrazione dia nel contempo risposte immediate”. A prendere posizione sulla vicenda del personale precario (amministrativi e tecnici informatici principalmente) assunto in tempo di pandemia è la Ugl Salute Sicilia, che rinnova alle aziende sanitarie e ospedaliere la richiesta di uniformità nelle decisioni riguardo proroghe e formazione dei bandi di concorso.

“E’ ormai ampiamente risaputo che, per legge, non è possibile procedere alle stabilizzazioni immediate delle varie figure professionali interessate – ricorda il segretario regionale Carmelo Urzì -. A prescindere però ci sembra corretto invece valorizzare questi lavoratori, prevedendo in tutta la Sicilia lo stesso peso per titolo di preferenza relativo all’aver maturato esperienza sul campo durante il servizio emergenziale. Più giusto appare anche il fatto che le aziende applichino le direttive assessoriali e facciano tutte le medesime proroghe e diano il via ai bandi di concorso, considerato che i vuoti in organico ci sono e c’è estremo bisogno di rimpolpare reparti e uffici. Così come c’è necessità di avere graduatorie pronte per riempire i posti che si andranno a creare con la realizzazione delle strutture previste dal Pnrr. La politica, nell’attesa di avere un nuovo governo regionale, ha il dovere di fare sentire la propria voce, intestandosi insieme al sindacato l’impegno affinché ci siano quante più numerose prove selettive per dare spazio ai precari e non lasciare indietro nessuno di loro – concludono il segretario e l’aggiunto della federazione regionale Ugl Salute Sicilia.”

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