Messina, incontro Meloni-Salvini: “Uniti si vince”

La leader di FdI: "Musumeci meritava". Il capo della Lega: "Il ponte sullo Stretto va fatto"

MESSINA – Incontro a Messina tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. I leader di Fratelli d’Italia e della Lega si sono ritrovati al locale circolo del Tennis. Presenti anche i candidati dei due partiti alle elezioni politiche e alle regionali. Meloni e Salvini hanno partecipato a due distinte iniziative elettorali alla stessa ora nella città dello Stretto e avevano anticipato che si sarebbero visti. “Lasciamo alla sinistra divisioni, rabbia e polemiche. Uniti si vince”, ha scritto su Facebook il capo della Lega. Immediato il commento della leader di Fratelli d’Italia sul proprio account ufficiale: “La migliore risposta alle invenzioni della sinistra su presunte divisioni”.

MELONI – Meloni è stata subito assalita dai cronisti che l’hanno incalzata sulla presenza contemporanea del ‘collega’ della Lega, Matteo Salvini. “Non è un derby a distanza, ci siamo detti qualche giorno fa con Matteo che bisogna incrociare le agende – ha detto Meloni -. Abbiamo tutti 20 giorni per fare venti regioni, quindi è normale che si possano sovrapporre le date. Succede, è normale. Capita di andare in una regione e trovare Matteo, in un’altra Renzi, stiamo tutti facendo lo stesso lavoro è normale che ci si incroci”. “Quello che si dice sul blocco navale come atto di guerra è una fake news”, ha detto Meloni parlando del tema dell’immigrazione. “Io penso – ha aggiunto – che la cosa più seria che si possa fare è una missione europea per bloccare le partenze, in collaborazione con le autorità libiche. L’Europa, per esempio, ha trattato con la Turchia sulla rotta dei migranti che arrivavano da Est per fermarla. E non si è capito perché l’Italia sia stata abbandonata sulla rotta mediterranea. Probabilmente andando in Europa a chiedere una missione per stabilire in Africa chi ha diritto allo status di rifugiato e distribuire solo i rifugiati potrebbe essere prese più seriamente in considerazione della pretesa del governo italiano di fare entrare nel Paese migliaia di irregolari, che le altre nazioni non fanno entrare, e poi chiedere agli altri di prenderseli”. 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha aggiunto: “Renzi dice che sono una falsa moderata? E’ campagna elettorale, che deve dire Renzi, poveretto. Ognuno fa il lavoro suo. Ma la cosa che, francamente, trovo un po’ avvilente in questa cosa è che io parlo di cosa vorrei fare per l’Italia e loro parlano solo di me. Ma avranno qualcosa da dire agli italiani su quello che vogliono fare loro, parte dire che la ‘Meloni è un mostro ed è impresentabile'”. Il problema è che queste persone hanno governato l’Italia per anni, portando disastri inenarrabili, non possono raccontare cosa vogliono fare, non possono rivendicare il passato, coerenza, serietà e amore per questa nazione. Contenti loro… Ma io non voglio fare polemiche, voglio parlare ai cittadini di come questa nazione si può risollevare”. Poi, sulla scelta di Schifani in Sicilia: “La coalizione in Sicilia si compatta su Renato Schifani grazie a Fratelli d’Italia che per il bene dell’unità della coalizione ha fatto un passo indietro con Nello Musumeci che, secondo me, meritava la candidatura”. Inevitabili le domande su un possibile futuro ruolo del governatore della Sicilia Musumeci: “In caso di vittoria del centrodestra Nello Musumeci diventerà ministro per il Sud? Guardi io non parlo di poltrone prima di vincere le elezioni, sono una persona abituata a combattere le battaglie prima di vincerle. Ed è quello che sto facendo”. Sulla candidatura dell’ex sindaco di Messina a presidente della Regione Siciliana ha aggiunto: “Cateno De Luca candidato a governatore in Sicilia non mi preoccupa particolarmente. Penso che questo sia il momento della serietà, competenza, non sono affascinata dai suoi metodi, mettiamola così. Poi, chiaramente, ognuno fa il suo lavoro, e io rispetto tutti i miei avversari, figuriamoci. Ma non lo considero particolarmente in partita”.  Inevitabile il tema del ponte dello Stretto: “Il ponte di Messina secondo me è necessario, è una grande opportunità, una grande opera. La nostra è una civiltà che costruiva ponti in dieci giorni, duemila anni fa, non si è capito adesso perché ora ci mettiamo diecimila anni per costruire dieci metri…”.

SALVINI – Il leader della Lega, dal canto suo, ha esordito parlando proprio del ponte sullo Stretto: “Sul Ponte sullo Stretto ci sono stati troppi anni di chiacchiere, devono partire i lavori perché non è solo l’unire la Sicilia e la Calabria: è lavoro, sviluppo e tutela dell’ambiente, con la pulizia del mare e unire l’Italia all’Europa. Costa più non farlo che farlo. Con l’Europa che, una volta tanto, ci metterebbe la metà dei soldi che servono. Ai siciliani non avere il Ponte costa cinque miliardi di euro l’anno. In anno te lo ripaghi e ti permette di in andare in treno a Roma in poche ore. Certo non basta da solo: servono ferrovie all’altezza, l’alta velocità ferroviaria. Ma senza il Ponte lo sviluppo di Sicilia e Calabria non sarà mai garantito. Quindi chi sceglie la Lega, a Messina come a Reggio, sceglie il sì al Ponte, ma anche ai termovalorizzatori, all’energia nucleare, al lavoro, al futuro. Chi vuole il no può scegliere, ha l’imbarazzo della scelta”. Sul tema migranti, Salvini ha detto: “La Sicilia non merita di finire sui giornali come un campo profughi: Lampedusa va restituita ai lampedusani, ai siciliani e ai turisti di tutto il mondo. Noi dobbiamo ritornare a difendere i confini e a difendere gli sbarchi e a bloccare il traffico di esseri umani. Non serve inventare niente: primo Consiglio dei ministri, a costo zero, si reintroducono i due decreti sicurezza che hanno perfettamente funzionato. Li hanno smontati ed è tornato il caos. Chi scappa davvero dalla guerra deve essere accolto come un principe, una principessa, come stanno facendo gli italiani da chi fugge dalla guerra in Ucraina. Non occorrono i blocchi per i migranti, basta rimettere i decreti sicurezza e al Viminale non ci sia chi non vede, non sente e non parla. Anzi, se avete notizia dell’attuale ministro dell’Interno segnalatelo a ‘Chi l’ha visto?’. Ci sono agenti della polizia di Stato preoccupati perché non hanno notizie del ministro Lamorgese “.

“Il premier chi lo farà? Lo decideranno gli italiani. Lasciamo che gli italiani votino. Chi prende più voti fa il premier. Se il centrodestra vincerà le elezioni esprimerà il presidente del consiglio. Escludo un’eventualità che veda Draghi premier”, ha poi proseguito il leader della Lega prima di affrontare il tema del caro bollette: “Approviamo la settimana prossima un decreto urgente da 30 miliardi di euro per bloccare come hanno fatto in Francia gli aumenti alle bollette della luce e del gas? La Lega è pronta, aspettiamo il sì di tutti gli altri e chi dice di no non è un amico dell’Italia e degli italiani. Il governo è in carica, la Francia con Macron ha approvato un piano da 20 miliardi di euro per bloccare gli aumenti di luce e gas, il governo italiano può fare lo stesso senza aspettare aiuto dall’Europa. Quindi chiedo a tutti gli altri partiti almeno su questo di non litigare e di fare una scelta comune. Si può copiare la Francia e per legge dare soldi alle aziende che producono e distribuiscono energia per limitare gli aumenti alle famiglie e alle aziende altrimenti sarà una strage. Il Covid è stato una strage di vite, il caro energia rischia di essere strage di posti di lavoro. Siamo in guerra e in guerra bisogna essere rapidi. Quindi se c’è accordo di tutti la Lega firma decreto urgente da non meno di 30 miliardi, ne abbiamo spesi 165 durante il Covid. Altrimenti sarà autunno molto complicato. Spero che da Letta, Conte Di Maio arrivino delle risposte. Parlano di fascismo, di Russia, di razzismo e di altro. Vorrei che parlassero di luce e gas”.

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