Bancarotta per favorire il clan Pillera-Puntina

Catania. Mala gestione della società Tc Impianti, 3 arresti VIDEO

CATANIA – Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, emissione di fatture per operazioni inesistenti, condotte finalizzate a favorire la cosca dei Pillera-Puntina. [fvplayer src=”https://vimeo.com/714672872″ splash=”https://i.vimeocdn.com/video/1440411163-e88f3c02910b0c942f9ed0f1d6f5f463d56ffd54538019e7185233f4ae0c8450-d_1920x1080?r=pad”]

Sono le accuse per le quali la guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza del gip degli arresti domiciliari a Francesco Marino, rappresentante legale della società “Tc Impianti” con sede a Catania inserita nel settore dell’installazione degli impianti di telecomunicazioni, dichiarata fallita nell’aprile del 2021; Giovanni Consolo e Massimo Scaglione, entrambi soci e amministratori di fatto della fallita azienda. Il gip ha disposto anche il sequestro delle quote per un valore di un milione di euro della Easytel.

Le indagini hanno consentito di evidenziare condotte irregolari come la distrazione del patrimonio della “Tc Impianti”, in quanto i soggetti indagati – a fronte di un rilevante passivo fallimentare della società, pari a circa 800 mila euro, prevalentemente costituito da debiti verso l’Erario – avrebbero trasferito, a prezzo non congruo, macchinari, attrezzature e posizioni contrattuali ad una nuova società appositamente costituita, la “Easytel”, che ha continuato l’attività imprenditoriale. I soci avrebbero provocato il dissesto della “Tc impianti” con operazioni contabili dolose. Le indagini sono state avvalorate dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, le cui rivelazioni hanno permesso di evidenziare che la gestione illegale sarebbe stata finalizzata ad agevolare le attività del clan Pillera-Puntina. E’ emerso che la “Tc Impianti” sarebbe stata di fatto nelle mani di Salvatore Pillera, attualmente recluso al 41 bis.

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