Resti umani sull’Etna, Dna per pista De Mauro

La figlia del giornalista scomparso 51 anni fa a Palermo ha contattato gli inquirenti

Franca De Mauro, una delle figlie del giornalista Mauro De Mauro, scomparso a Palermo il 16 settembre 1970, ha contattato ieri la Guardia di finanza di Catania, che indaga per risalire all’identità dei resti di un uomo trovato in una grotta alle pendici dell’Etna. La donna, leggendo sui media che i resti scoperti risalirebbero a un periodo compatibile con la scomparsa del padre e che il cadavere presenterebbe malformazioni a naso e bocca, ha voluto segnalare il suo caso agli inquirenti per dare loro un input investigativo.

La De Mauro però non ha riconosciuto alcun oggetto trovato accanto al corpo, vestito in giacca e cravatta. Inoltre nelle tasche dell’abito c’era un pettine e la donna ha escluso che il padre lo portasse con sé. Al momento la famiglia De Mauro non ha fatto alcuna istanza attraverso i suoi legali, gli avvocati Giuseppe ed Andrea Crescimanno.

Quello della scomparsa del giornalista è un giallo mai risolto: tra le piste seguite negli anni dagli inquirenti c’è stata anche quella mafiosa. Il boss Totò Riina è stato processato e assolto dall’accusa di omicidio. Gli investigatori hanno a lungo scandagliato l’ipotesi che De Mauro, che collaborava alla realizzazione del film di Rosi sulla morte di Enrico Mattei, ne avesse scoperto movente e autori e che per questo fosse stato ucciso da Cosa nostra, esecutrice materiale di un delitto voluto da altri. La Procura di Catania, dopo la segnalazione della figlia di De Mauro, disporrà un esame comparativo del Dna dei resti umani per verificare se siano quelli del giornalista scomparso.

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