Il Catania ci ricasca

di Alberto Cigalini. Un altro grave errore difensivo costa la sconfitta (1-2) contro il Foggia di Zeman: non basta il gol di Russini, decide Ferrante su rigore al 94' (f. Galtieri)

di Alberto Cigalini.

L’autolesionismo magari no. Visto che i problemi fuori dal campo non mancano, quanto meno nel rettangolo di gioco si dovrebbe cercare di non complicarsi la vita da soli. Il Catania, invece, ci ricasca. Altri punti buttati via, ancora per un evitabilissimo errore difensivo.

Il 2-1 incassato dal Foggia di Zeman sembra il replay della partita persa col Bari. Un pari ormai scritto che si tramuta in sconfitta, terza interna e quinta stagionale, a causa di uno strafalcione individuale in pieno recupero. Contro la capolista era stato Monteagudo a regalare il pallone decisivo agli avversari con un disimpegno avventato, in questo caso tocca a Ercolani macchiarsi dello svarione che decide la gara facendosi ingenuamente aggirare sulla linea di fondo da Ferrante franandogli poi addosso in area per un rigore che lo stesso Ferrante, pur scivolando e nonostante Sala intuisca la direzione, in qualche  modo trasforma.

Zeman – figuriamoci – non muove un muscolo, il Catania invece ci rimane malissimo. Comprensibile, anche perché la partita aveva preso tutt’altra direzione. Giocata a viso aperto da entrambe le formazioni nonostante le numerose assenze (ben 7 tra i padroni di casa), la contesa si sblocca al quarto d’ora grazie a Russini, che festeggia il quinto centro stagionale battendo Alastra con un destro sul primo palo sugli sviluppi di un piazzato.

Baldini ci tiene a fare bella figura contro quello che fu il suo allenatore e che chiama maestro. L’allenatore rossazzurro chiede pressione alta e intensità e i suoi cercano di ripagarlo evitando di abbassarsi troppo contro un avversario dalla naturale vocazione offensiva. Il 4-3-3 di Zeman non ha bisogno di presentazioni, ma va adattato alla cifra tecnica della Serie C con quel che ne consegue in termini di precisione nel giro di palla, reso più complicato dal terreno irregolare, e di velocità di esecuzione.

Il Catania disputa un primo tempo positivo, rischiando solo su un colpo di testa a lato di Tuzzo su cross di Curcio e su un destro secco dello stesso Curcio sul quale Sala vola a deviare in angolo. Le tre partite ravvicinate, due delle quali disputate su campi appesantiti dalla pioggia, i minuti accumulati e la rosa ridotta presentano il conto nel secondo tempo, quando i rossazzurri si abbassano riuscendo a proporsi in avanti con minore frequenza. 

A determinare il risultato finale sono tre fattori. Il primo è legato alle occasioni non sfruttate dal Catania, che per tre volte manca il raddoppio. Due le fallisce malamente Sipos, sempre generoso nel lottare su ogni pallone e nell’aiutare in fase di non possesso ma poco lucido in fase realizzativa: in apertura di ripresa il croato manca il 2-0 girando a lato di sinistro, in piena area, un pallone recuperato da Izco su errato disimpegno di Petermann e a 4′ dallo scadere, sull’uno pari, s’incarta nell’area piccola non riuscendo a impattare un bell’assist di Albertini. Sei minuti prima era toccato invece a Rosaia, servito da Provenzano, sfiorare il gol con un destro ravvicinato  neutralizzato in qualche modo da Alastra.

Il Catania non segna – e qui il pensiero non può che correre allo straripante Moro delle ultime settimane, assente perché impegnato con la nazionale Under 20 –  il Foggia sì. Il secondo fattore che entra in gioco riguarda l’uomo più atteso di giornata, Zeman, che pesca dalla panchina gli autori delle due reti. Il pari lo sigla Gallo, lesto a bruciare Ceccarelli raccogliendo la respinta di Sala sulla punizione dal limite di Petermann fischiata per un fallo di Ropolo (in ritardo nella chiusura su Tuzzo).

Il 2-1 chiama in causa il terzo e ultimo fattore, purtroppo una costante nella stagione del Catania: lo svarione difensivo. I rossazzurri pagano dazio oltre i propri demeriti ancora una volta. Il doppio errore di Ercolani, in marcatura e poi sul fallo, è grave e costa un pari già in cassaforte.  La serie positiva della squadra di Baldini si ferma a 7 risultati utili di fila. La serie di punti persi per strada (Paganese, Bari, Avellino, Campobasso…) invece si allunga. 

CATANIA-FOGGIA 1-2
Catania (4-3-3): Sala 5.5; Calapai 6, Ercolani 4.5, Monteagudo 6, Ropolo 5.5; Izco 6.5 (19′ st Provenzano 6), Maldonado 5.5 (37′ st Cataldi sv), Rosaia 6; Ceccarelli 5.5 (37′ st Albertini sv), Sipos 5 (45′ st Russo sv), Russini 6.5 (19′ st Biondi 6). In panchina Stancampiano, Borriello, Pino, Panarello, Bianco, Tropea. Allenatore Baldini 6
Foggia (4-3-3): Alastra 5.5; Garattoni 6.5, Sciacca 6, Di Pasquale 6, Martino 6; Garofalo 5.5 (34′ st Ballarini 6), Petermann 6, Maselli 5 (1′ st Gallo 6.5); Tuzzo 6 (34′ st Rizzo Pinna sv), Merkaj 5 (1′ st Ferrante 7), Curcio 6. In panchina Volpe, Girasole, Di Jenno. Allenatore Zeman 6.5
Arbitro: Giaccaglia di Jesi 6
Reti: 16′ pt Russini, 22′ st Gallo, 49′ st Ferrante (rig)
Note: spettatori 3.556 (1034 abbonati), incasso 31.676 euro. Ammoniti Petermann, Garofalo, Maldonado, Ceccarelli, Curcio, Garattoni. Angoli: 7-2 per Foggia. Recupero: 1′, 4′.

scroll to top