Università: bandi pilotati, 33 indagati

Coinvolti 24 docenti in tutta Italia: c'è pure la palermitana Claudia Colomba insieme a noti virologi

MILANO – Perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dei carabinieri del Nas di Milano nell’ambito di una inchiesta ordinata dal pm Luigi Furno e dall’aggiunto Eugenio Fusco nei confronti di 33 persone, tra cui 24 docenti delle università del capoluogo lombardo, Pavia, Torino, Roma e Palermo su irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso delle facoltà di medicina e assunzione di docenti, assistenti e dirigenti ospedalieri. Le ipotesi contestate a vario titolo sono associazione per delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbata liberà degli incanti e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale.

I carabinieri hanno anche acquisito e sequestrato, oltre ai atti e documenti, anche il contenuto di 29 caselle di posta elettronica, sia personali sia universitarie, dei docenti sotto inchiesta. L’indagine avviata nel marzo 2018, su segnalazione di irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso alla facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università Statale di Milano, ha come oggetto più episodi di condizionamento delle assunzioni pubbliche di docenti ordinari e associati – ma anche di assistenti e dirigenti ospedalieri – secondo criteri non meritocratici, ma volti a favorire specifici candidati tramite la preventiva “profilazione” dei bandi di concorso sul prescelto da favorire, e anche grazie alla puntuale scelta di compiacenti membri delle commissioni concorsuali.

C’è una professoressa palermitana nell’inchiesta dei carabinieri di Milano. E’ Claudia Colomba, che avrebbe preso parte ad una commissione di uno degli esami finiti sotto indagine nei mesi scorsi. La dottoressa dal 16 settembre guida del reparto di Malattie infettive pediatriche all’ospedale Di Cristina. Nata a Palermo, sposata e madre di tre figli, si è specializzata in malattie infettive e tropicali nel 1999 e in pediatria nel 2009. Nel 2000 ha svolto attività clinica e di ricerca con il ruolo di consulente infettivologo all’Ismett e poi, fino al 2007, attività clinica e di ricerca all’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale dei Bambini dell’azienda sanitaria Civico, allora sede della scuola di specializzazione in Malattie infettive (nata proprio a Palermo all’ospedale dei Bambini nel 1970). Dal 2007 ad oggi ha svolto attività clinica, di ricerca e didattica nel reparto di Malattie infettive del policlinico Giaccone di Palermo. Dal 2015 è professore associato di Malattie infettive dell’università di Palermo, docente di Malattie infettive nel corso di laurea in Medicina e chirurgia e delle Scuole di specializzazione in Malattie infettive e Pediatria. Fa parte del collegio dei docenti di dottorati di ricerca dell’Università di Palermo ed è stata docente nel Master Europeo di I livello “Professional Nursing in mother and children health” presso l’Università di Palermo. I La professoressa ha partecipato a diversi a studi clinici nazionali e internazionali con il ruolo di clinical investigator ed è stata responsabile di diversi progetti di ricerca nell’ambito delle malattie infettive pediatriche.

Tra i docenti indagati figura, inoltre, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, per un episodio di turbativa e falso ideologico. Come si legge nel decreto dei pm, in qualità di professore all’Università degli Studi di Milano, “dipartimento di Scienze biomediche e cliniche” al Sacco, e di direttore del reparto di Malattie infettive, avrebbe “turbato” con “promesse e collusioni”, in concorso col dg della Asst Fatebenefratelli-Sacco Alessandro Visconti e la collega Manuela Nebuloni, la procedura per assumere a tempo determinato “4 dirigenti biologi” per favorire in particolare “due candidate”. Assunzioni che erano, invece, “fortemente” osteggiate da Maria Rita Gismondo, anche lei nota virologa del Sacco.

Galli e Visconti avrebbero concordato, si legge nell’imputazione, che il primo “predisponesse un avviso pubblico modellato sulle caratteristiche delle due candidate che intendeva favorire”, tra cui Arianna Gabrieli, “dichiarata vincitrice”. E che “decidesse anche la composizione della commissione giudicatrice in modo da farvi entrare dei membri a lui favorevoli che avrebbero privilegiato le candidate da lui indicate”. Circostanza, scrive la Procura, che non si sarebbe verificata “perché fortemente osteggiata” da Maria Rita Gismondo, anche lei nota virologa e che compare spesso in tv. Lei avrebbe anche “prospettato di rivolgersi all’Autorità Giudiziaria”. E Manuela Nebuloni, professoressa e presidente della commissione giudicatrice, si sarebbe messa “a disposizione di Galli e del suo progetto illecito, anche tentando di riproporre la commissione che quest’ultimo aveva originariamente individuato per favorire le sue candidate”.

Galli è indagato anche per un’altra ipotesi di turbativa, quella riguardante un posto da professore di ruolo all’Università Statale. Avrebbe truccato il “concorso” per favorire un candidato risultato vincente e avrebbe commesso un falso come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati” il 14 febbraio 2020. Avrebbe attestato che il “prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale”, mentre fu “concordato” solo dopo.

A Galli viene contestato un terzo episodio di turbativa d’asta: per far vincere un concorso per un posto da professore di ruolo all’Università Statale a Gianguglielmo Zehender, assieme al collega Francesco Auxilia, si sarebbe mosso con gli altri due per “l’allontanamento di altri potenziali candidati e la predisposizione di un bando che potesse esaltarne il curriculum”. E avrebbe ritagliato “il bando sul profilo” del vincitore (nomina il 22 settembre del 2020) “facendo predisporre un ‘medaglione’ che potesse favorirlo”.

Il posto da professore di ruolo di prima fascia era stato “bandito con decreto” del 24 aprile del 2020. Per questo episodio avrebbero agito assieme “con collusione” Galli, Auxilia e Zehender. Auxilia, in particolare, componente della commissione giudicatrice, avrebbe chiesto “ai suoi colleghi di Dipartimento in possesso dei requisiti indicati dal bando di non partecipare al concorso”. Galli e il candidato vincitore Zehender, poi, avrebbero confezionato, secondo i pm, “il bando sul profilo di quest’ultimo”, poi nominato il 22 settembre del 2020.

Oltre a Massimo Galli, anche un noto virologo in prima linea durante l’emergenza Covid è indagato dalla Procura di Milano. E’ Massimo Andreoni, ordinario alla Sapienza di Roma, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata. Andreoni, risponde di falso in concorso con Galli e altri colleghi, come componente della commissione giudicatrice del concorso bandito nel luglio 2020 per un professore di seconda fascia all’università di Torino.

Come si legge nel capo di imputazione, Andreoni e Galli, componenti della commissione giudicatrice con Claudio Maria Mastroianni della Sapienza di Roma, avrebbero sottoscritto la “relazione riassuntiva” che riguardava una riunione da remoto avvenuta la mattina del 21 settembre 2020 e nella “quale si dava atto che la commissione (…) ha definito preliminarmente i criteri per l’attribuzione dei punteggi da assegnare agli elementi oggetto di valutazione” e “ha proceduto quindi alla valutazione” di un candidato esprimendo nei suoi confronti “un motivato giudizio” attribuendo “il punteggio”.

Secondo il provvedimento dei pm, i professori avrebbero attestato “contrariamente al vero, che l’elaborazione dei criteri e la valutazione del candidato fossero il risultato di un lavoro collegiale della commissione effettuato nel corso della riunione telematica mentre, in realtà, tale documento era stato predisposto solo” da Giovanni Di Perri, ordinario all’università di Torino (pure lui indagato per falso), “mentre Galli (…) non aveva partecipato ad alcuna riunione”.

Nel provvedimento si legge che i due virologi “hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione ai concorsi sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità”.

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