Green pass uffici pubblici: dietrofront Musumeci

Sospeso temporaneamente l'art. 5 dell'ultima ordinanza regionale in attesa della interlocuzione in corso con il garante dei dati

Giorni convulsi in Sicilia per via dell’ordinanza, firmata alla vigilia della notte di Ferragosto dal governatore Nello Musumeci, che prevede l’obbligo del Green pass per l’accesso negli uffici pubblici e lo stop ai tamponi gratuiti negli hub. Nonostante il presidente della Regione abbia sottolineato di aspettare la risposta del Garante della privacy, che aveva sollevato dei dubbi, per rendere operativo il provvedimento restrittivo molto contestato da alcuni alleati come Lega e FdI, il segretario generale del Comune di Palermo in mattinata aveva annunciato di volere applicare subito l’ordinanza, rinfocolando la polemica proprio col Carroccio, salvo poi rallentare.
Anche perché proprio l’Anci Sicilia, per bocca del presidente Leoluca Orlando che è sindaco a Palermo, ha invocato modifiche al testo.
E in serata Musumeci ha ufficializzato la “temporanea sospensione” dell’ordinanza “in attesa delle risultanze della avviata interlocuzione con il Garante”.
“Tale provvedimento si inserisce in un più ampio novero di chiarimenti sulla medesima disposizione che costituiranno l’oggetto delle indicazioni richieste in merito dal Garante – si legge nella nota della Presidenza della Regione – I principali chiarimenti contenuti nella circolare del dipartimento regionale della Protezione civile riguardano, in particolare, la esclusione degli uffici giudiziari e degli uffici di pubblica sicurezza e la effettiva disponibilità dei servizi telematici da parte dei soggetti erogatori, in mancanza della quale resta ferma la modalità tradizionale”.
“Inoltre è precisato che la misura è indirizzata esclusivamente agli utenti e non anche agli operatori”, prosegue la Presidenza. Tutto ciò accade nel giorno horribilis sul fronte dei numeri Covid: elaborando i dati della Protezione civile, proprio l’ufficio statistica del comune di Palermo segnala che nell’ultima settimana gli indicatori sulla galoppata del virus in Sicilia, piena di turisti, sono preoccupanti.
I contagi fanno un balzo del 34,1%, ben 6.833 positivi in più rispetto ai sette giorni antecedenti quando, comunque, era stato registrato un incremento del 14,7%. Era da tre mesi e mezzo, specifica l’ufficio statistica, che non si superavano i 6 mila contagi. Numeri da brividi, perché aumentano i positivi in isolamento ma anche i ricoveri in ospedale. A confermarlo anche l’Agenas, secondo cui la Sicilia e la Sardegna restano le due regioni con il tasso di occupazione delle terapie intensive più alto d’Italia: in particolare la Sicilia ha la percentuale maggiore di ricoveri ordinari con il 15%. Ricordando che “è sotto gli occhi di tutti l’elevata incidenza del contagio nell’Isola”, Musumeci ieri avevo difeso la sua ordinanza: “Tutti quelli che si sforzano di polemizzare, in queste ore, dedichino lo stesso sforzo a sensibilizzare i cittadini alla vaccinazione. Faranno così un migliore servizio alla società”.
Ma dalla Lega gli attacchi proseguono. E dopo Musumeci, gli esponenti del Carroccio si scagliano contro il Comune di Palermo. “Come era assolutamente prevedibile già è caos in tutti gli uffici comunali e pubblici; decine di persone che avevano prenotato appuntamenti da giorni, in alcuni casi da settimane o da mesi sono stati mandati via perché privi di Green pass: e così niente carta d’identità per molti e addirittura l’impossibilità di dichiarare la nascita di un bambino”, attaccano i leghisti.
E’ stato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, a chiedere a nome dei sindaci al governatore di chiarire e modificare “in maniera formale l’attuale disposizione che sta creando scompiglio e confusione negli uffici pubblici e comunali e che non è certamente utile a contrastare credibilmente i contagi”.

scroll to top