Catania: paziente con tumore cerebrale dà alla luce un bambino

I medici del Garibaldi li salvano entrambi e dopo tre mesi di ricovero lasciano l’ospedale

CATANIA – Una bellissima storia a lieto fine si è conclusa ieri al Garibaldi-Nesima. Cristina, una giovane donna giunta alla ventiduesima settimana di gestazione, accede alla Radiologia del Garibaldi-Nesima per eseguire una risonanza magnetica in urgenza, a seguito di un repentino abbassamento delle capacità visive. La diagnosi effettuata dall’equipe diretta dal dott. Vincenzo Magnano è impetuosa: meningioma gigante del basicranio anteriore; un tumore cerebrale molto aggressivo che richiedeva un delicato intervento chirurgico.
“Ci siamo subito resi conto – ha detto il dott. Magnano – della gravità della situazione e non abbiamo esitato ad allertare le strutture necessarie per affrontare la crisi”.
Per portare la donna in sala operatoria, però, si dovrà aspettare qualche settimana e procedere prima al parto, che sarà effettuato prematuramente, alla ventottesima settimana di gestazione, presso l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia diretta dal Dott. Giuseppe Ettore.
“Eravamo dinanzi a una vera e propria corsa contro il tempo. – ha aggiunto il dott. Ettore – Bisognava scegliere il momento giusto per salvare la vita del bambino e quella della madre. Abbiamo monitorato costantemente la situazione, fino a quando ci siamo resi conto che non si poteva andare oltre. Dunque è arrivato Enea, un bellissimo bambino il cui nome che ci riporta alla mitologia ed è legato al concetto profondo, quanto mai appropriato, di coraggio di energia”.
Immediatamente dopo il parto, mentre la neomamma veniva affidata all’equipe della Neurochirurgia, guidata dal Dott. Giovanni Nicoletti, il piccolo Enea, del peso di circa 1300 grammi, veniva ricoverato presso la Terapia Intensiva Neonatale, diretta dalla Dott.ssa Gabriella Tina.
“L’intervento è stato davvero complesso – ha dichiarato il dott. Nicoletti – ma siamo intervenuti con perizia e decisione. In realtà non nutrivamo molte speranze sul recupero della vista della paziente, anzi, avevamo non pochi dubbi. Per questo siamo rimasti tutti piacevolmente sorpresi quando, pochi giorni dopo, Cristina ha cominciato nuovamente a vedere. Per la mia equipe è stato davvero una grande emozione, dove gioia e soddisfazione professionale hanno preso il sopravvento”.
La Neonatologia, peraltro, continuerà a prendersi cura di Enea anche dopo le sue dimissioni, seguendo costantemente il suo accrescimento ed il suo sviluppo neuro-funzionale.
“Abbiamo cominciato a monitorare – ha detto la dott.ssa Tina – le condizioni del bambino già durante il periodo di gravidanza e siamo stati sempre in contatto con la Neurochirurgia, senza mai perdere di vista il rapporto madre-bambino. Appena nato, Enea è stato subito sottoposto ad un percorso di recupero ben preciso, anche se non sono mancate le difficoltà. Oggi, per fortuna, il bambino non ha più nulla di prematuro”.
La guarigione e la convalescenza di mamma Cristina, che miracolosamente recupera la vista, trascorre parallelamente alla difficile degenza di Enea, ricovero che si prolunga per circa due mesi e mezzo, fino alla risoluzione delle problematiche relative alla prematurità, quali l’insufficienza respiratoria e l’ossigeno-dipendenza, nonché fino alla stabilizzazione dei problemi neurologici.
Nella giornata di ieri, il piccolo Enea, che adesso pesa quasi quattro chili, va finalmente a casa con mamma e papà, salutati in un incontro generale dai suoi angeli custodi, medici, infermieri e volontari, i quali hanno abbracciato ancora una volta i protagonisti della storia con tanto di scambio di regali.
“In un ospedale come il nostro – ha concluso il dott. Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’Arnas Garibaldi – nascono anche storie come questa, capaci di commuoverci e di regalarci allo stesso tempo il propellente necessario per proseguire il nostro lavoro. All’Arnas Garibaldi, il mantra della multidisciplinarietà è sempre più pregnante e caratterizza con decisione l’azione di un complesso sanitario intriso di professionalità e di tecnologia. I famosi viaggi della speranza, che inducevano i siciliani a cercare risposte adeguate per la propria salute in altri lidi, stanno sempre più diventando un ricordo. Oggi sono felice per Cristina e per il piccolo Enea, i quali ritrovano finalmente il sorriso e una vita normale”.

scroll to top