Catania, Pogliese rilancia

Il sindaco: "Molti rimasti finora alla finestra vinceranno le diffidenze"

Senza trionfalismi e soprattutto con l’intento di stimolare chi potrebbe dare a una mano ad uscire da una fase che resta delicata. Poche ore dopo la presentazione della domanda d’iscrizione al prossimo campionato di Serie C da parte del club rossazzurro, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, interviene sul futuro della matricola 11700,
“L’iscrizione del Calcio Catania – spiega il primo cittadino – non è un miracolo e neppure un traguardo. Ma è senz’altro un obiettivo di cui andare orgogliosi perché non scontato e soprattutto frutto di un impegno corale che ha pochi precedenti. I valorosi dirigenti della Sigi da un anno tengono accesa la fiammella di una storia rossazzurra che dura da 75 anni e hanno sempre messo il cuore oltre ogni ostacolo. I numerosi imprenditori catanesi, alcuni anche sul filo di lana del traguardo, hanno mostrato generosità solo con l’obiettivo di dare un contributo concreto alla passione di migliaia di catanesi. Infine, il commovente impegno del vero grande patrimonio del Calcio Catania: i suoi impareggiabili tifosi, semplici cittadini che hanno reso un tributo di amore secondo le proprie possibilità, dimostrando attaccamento viscerale ai colori e alla storia della propria squadra, che come ha anche detto il tribunale etneo, a Catania, è un importante fattore sociale”.
“Mi sono speso personalmente, a fari spenti, ma concretamente, perché la matricola 11700 non divenisse preda di avvoltoi sollecitando e incoraggiando sostegni economici a un progetto in cui devono convivere cuore e cervello. Affinché scoramento e delusione non prendessero il sopravvento in un tessuto sociale provato dalle difficoltà economiche e oltraggiato da un anno e mezzo di terribile pandemia. Solo il primo passo, è evidente, di una scalata che deve riportarci anche nel calcio ai livelli che ci competono”.
“Ho segnali tangibili che molti che finora sono rimasti alla finestra vinceranno le diffidenze. Dobbiamo fare quadrato perché abbiamo dimostrato che siamo una comunità, che pur tra mille contraddizioni, riesce a riconquistare sempre la dignità della schiena dritta. Catania non si salva, nel calcio e nella vita di ogni giorno, se non costruiamo il futuro con le nostre mani, la nostra inventiva, il coraggio di chi non arretra di fronte alle difficoltà. Dobbiamo vincere quel fatalismo che talvolta ci attanaglia, che ci fa anteporre gli ostacoli alle risorse infinite di realizzare un’impresa, che invece sono nel nostro dna”.
“Cuore e ragione, fin da ragazzino, mi hanno sempre spinto a scendere in campo per le cause più difficili. In questi primi tre anni di sindacatura, in molti, mi hanno chiesto
‘chi te lo fatto fare a lasciare la comoda poltrona di parlamentare’ per imbarcarmi nella guida di un comune dissestato, una città ripiegata da una crisi profonda e poi investita da una pesantissima pandemia. La nostra storia di cittadini catanesi ci ha insegnato che siamo noi stessi i protagonisti del nostro destino. La salvezza e il rilancio del Calcio Catania è metafora di tutto questo. Catania siamo noi”.

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