Mitragliato peschereccio di Mazara, ferito comandante

Motovedetta libica apre il fuoco al largo di Bengasi. L'Aliseo è stato liberato ed è in navigazione verso la Sicilia

PALERMO – Il peschereccio Aliseo della flotta di Mazara del Vallo, che era impegnato in una battuta al largo delle coste di Bengasi con altre due imbarcazioni (Artemide e Nuovo Cosimo), è stato mitragliato da una motovedetta militare libica.
Una ferita al braccio e alla testa, quest’ultima provocata dalle schegge di vetro della cabina che, dopo i colpi sparati, è andato in frantumi. I colpi d’arma da fuoco hanno ferito il comandante Giuseppe Giacalone a un braccio e alla testa, ferita, quest’ultima, provocata dalle schegge di vetro della cabina che, dopo i colpi sparati, è andato in frantumi. La notizia è stata comunicata alla fregata Libeccio appena la nave della Marina ha raggiunto la zona in cui si trovavano i motopesca.
L’Aliseo è stato poi liberato, come ha confermato Alessandro Giacalone, armatore del mezzo e figlio del comandante Giuseppe. Il giovane ha avuto conferma tramite una telefonata con un cellulare satellitare ricevuta dal fratello Giacomo, attualmente a bordo dell’Anna Madre, l’altro peschereccio della società, che si trova anch’esso in battuta di pesca.
L’Aliseo è già in navigazione verso le coste siciliane. Sono sette i membri d’equipaggio che si trovano a bordo, insieme allo stesso comandante: “Il motopesca ha invertito la rotta e si sta dirigendo verso Mazara del Vallo. Ho notizie che a bordo ci sono i militari italiani che lo stanno medicando”, ha detto Alessandro Giacalone.
L’arrivo in porto a Mazara del Vallo del motopesca Aliseo è previsto per domani sera. “Sono soddisfatto dell’operato del governo, perché subito si è arrivati a una soluzione, evitando il peggio”, ha detto Alessandro Giacalone. Il giovane è rimasto in contatto tutto il pomeriggio con la Farnesina, la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo e il fratello Giacomo, a bordo dell’Anna Madre.
I FATTI. I tre pescherecci italiani si trovavano “all’interno della Zona di protezione di pesca (Zpp) libica, nelle acque della tripolitana”, quando sono stati fatti oggetto di alcuni colpi di avvertimento da parte di una motovedetta libica. E’ quanto afferma la Marina Militare sottolineando che subito dopo i colpi, il comandante dell’Aliseo è stato portato a bordo della motovedetta libica “per presunti accertamenti medici e poi rilasciato. Sia Aliseo, che è ancora nella zona, sia i pescherecci Artemide e Nuovo Cosimo, in navigazione verso nord, sono liberi. Il comandante di Aliseo è stato sottoposto a controlli sanitari su nave Libeccio”.
Già tre giorni fa, afferma ancora la Marina, i motopesca Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo, assieme ad altre 4 imbarcazioni italiane, erano stati oggetto di un tentativo di sequestro sempre all’interno della Zpp libica. Un sequestro sventato grazie al “tempestivo intervento” di nave ‘Alpino’ della Marina.
La Marina libica, che controlla la Guardia costiera, ha subito smentito di aver sparato “contro” pescherecci italiani ma ha ammesso che sono stati esplosi “colpi di avvertimento in aria” per fermare imbarcazioni da pesca che a suo dire avevano sconfinato in acque territoriali libiche.
“Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni, ma colpi di avvertimento in aria”, ha detto al telefono all’Ansa il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica senza fornire per il momento ulteriori dettagli sull’incidente.
I tre pescherecci italiani si trovavano in una zona definita “ad alto rischio”, così come ricostruisce la Marina Militare e che è intervenuta con la fregata Libeccio, che si trovava a circa 60 miglia dal punto in cui sono stati sparati i colpi verso i pescherecci italiani, impegnata nell’operazione Mare Sicuro.
La richiesta d’assistenza è arrivata nelle prime ore del pomeriggio con i tre motopesca – Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo – impegnati in attività di pesca “nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture ‘ad alto rischio'”.
L’intervento, dice ancora la Marina, si è reso necessario in quanto una motovedetta della Guardia costiera libica era in “rapido avvicinamento”. Dalla Libeccio, che si è diretta a tutta velocità verso la zona, è decollato l’elicottero di bordo che ha contattato immediatamente il personale della motovedetta.
Per verificare la situazione, inoltre, è stato dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina e sono stati proprio gli uomini a bordo dell’aereo ad aver visto “alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento da parte della motovedetta libica”.

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