Addio a Battiato: “Era in coma, non ha sentito nulla”

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E' morto a Milo a 76 anni. Il fratello: "Eravamo tutti con lui". Mattarella: "Addolorato"

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Il mondo della musica e dell’arte è in lutto per la morte del maestro Franco Battiato, cantautore, compositore e musicista.
Battiato, nato il 23 marzo 1945 a Riposto, è deceduto oggi, dopo una lunga malattia, nella sua residenza di Milo (foto) all’età di 76 anni. La notizia è stata data dalla famiglia. “Non si è accorto del trapasso” perché “per sua fortuna era avvolto da un coma profondo”, afferma il fratello Michele. Quando ha chiuso gli occhi per sempre l’artista non era solo, ma, rivela ancora il fratello, “circondato da me, mia moglie, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato”.
Michele ricorda il giorno del 76° compleanno del fratello Franco: “Era contento della festicciola, riuscì anche ad assaggiare la torta”.
Il funerale verrà celebrato domani mattina in forma strettamente privata e riservata, nella sua villa di Milo. Sarà un sacerdote amico dell’artista e della famiglia a presiedere la cerimonia. La salma sarà cremata e le ceneri saranno poi conservate nella cappella di famiglia.
“Ho chiamato un sacerdote nostro amico – aggiunge Michele Battiato – che conosceva e parlava con Franco. Ci sarà lui a benedire, accanto a noi, pochissimi, quasi gli stessi che mio fratello ha avuto vicini in questi mesi di sofferenza. Nessun altro. Ecco perché abbiamo pensato al servizio d’ordine”.
Alfio Cosentino, sindaco di Milo, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno del funerale. A Catania le bandiere di Palazzo degli Elefanti a piazza Duomo, sede del municipio, sono state disposte a mezz’asta per lutto cittadino.

Gli acciacchi, e anche una caduta dal palco poco prima dei suoi 70 anni nel 2015, hanno reso difficili gli ultimi anni fino alla morte stamattina alle 5 nella sua casa di Milo. Ma per Franco Battiato erano passati oltre 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l’altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma “Diamoci del tu”) ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva.
Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso. Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con “Povera patria” ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese.

Battiato è stato certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni 70 produceva album sperimentali come Fetus e Pollution che hanno fatto scoprire all’Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti dell’inascoltabile.
Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato il suo ultimo album , il Joe Patti’s Experimental Group, che è stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parlava con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo. In realtà Franco Battiato è stato uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l’arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera.
Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo praticava quotidianamente la meditazione, era un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascoltava. Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo.
Tra i tantissimi messaggi di cordoglio anche quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è detto “profondamente addolorato dalla prematura scomparsa di Franco Battiato, artista colto e raffinato che con il suo inconfondibile stile musicale – frutto di intenso studio e febbrile sperimentazione – ha affascinato un vasto pubblico, anche al di là dei confini nazionali”.

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