“Razza bis? No grazie”

Le opposizioni al governo Musumeci compatte: "Ultimi a lasciare la zona arancione anche per colpa sua". Ma i sindacati: "Nome migliore"

“In ambienti regionali, circola voce che il presidente Musumeci stia pensando di reintegrare nel suo ruolo di assessore alla Salute Ruggero Razza. Alcuni dovrebbero prendere altre decisioni davanti al loro fallimento e invece…”. Il deputato regionale Claudio Fava (Cento Passi per la Sicilia) non tergiversa e va dritto al punto, dopo le voci insistenti di un possibile ritorno dell’assessore Ruggero Razza dopo il terremoto che ha sconvolto la sanità regionale.
Parla nel corso della conferenza stampa tenuta insieme al collega Baldo Gucciardi (Pd) davanti all’ospedale “Paolo Borsellino”, Covid Hospital per la provincia di Trapani. “Questo ospedale – ha aggiunto Fava – racconta il modo come il sistema sanitario e il governo regionale sono arrivati totalmente e colpevolmente impreparati alla seconda ondata della pandemia. L’anno scorso, dopo la prima ondata, c’erano tutte le buone ragioni e il tempo per potersi attrezzare. La seconda ondata del Covid, che ha avuto tristemente inizio lo scorso autunno, ha visto l’amministrazione regionale dedicarsi al suo sport preferito: quello di tagliare nastri di finte inaugurazioni”.
“Per questo, al di là delle vicende giudiziarie, con numeri estratti come al gioco del lotto e morti spalmati, io penso che non sia benvenuto il ritorno di Razza come assessore alla Salute”, ha osservato.
Una posizione simile a quella assunta poche ore prima dal Movimento 5 stelle siciliano. “Razza bis? No grazie. Non comprendiamo cosa sia cambiato dal giorno delle sue, doverose, dimissioni. E in ogni caso l’operato del delfino di Musumeci era deficitario prima che l’inchiesta della magistratura investisse l’assessorato alla Salute, tanto da indurre le opposizioni a proporre una mozione di censura nei suoi confronti” aggiungono i deputati Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua, componenti della commissione Salute di palazzo dei Normanni.
“Se siamo stati tra le ultime regioni ad abbandonare l’arancione, con tutte le ricadute negative del caso – continuano i parlamentari 5 stelle – è anche imputabile a scelte che affondano le radici nei mesi passati, quando Razza era in cabina di regia. Se siamo stati il fanalino di coda in fatto di vaccini, ciò non era certo imputabile a scelte degli ultimi giorni. E potremmo continuare. L’ex assessore alla Salute ha già mostrato di non saper governare la sanità siciliana, anche perché, pur consapevole delle anomalie riguardanti il caricamento dei tamponi effettuati e delle vittime Covid, non si è adoperato né per denunciare, né per impedire la deprecabile pratica. Quale può essere la credibilità di un soggetto che ha già posto in essere simili condotte? Come si può giustificarne la reintegra?”.
“La triste realtà – concludono – è che sulle dimissioni di Razza si è giocata la tenuta del governo regionale e adesso che si discute dei prossimi assetti elettorali, Musumeci non vuole privarsi del suo delfino. Peccato che tutto ciò non abbia nulla a che vedere con la salute dei siciliani”.
Eppure qualche giorno fa a difesa dell’operato di Razza si sono schierati i sindacati dei medici Cimo e Fesmed che, durante l’ultimo anno e mezzo di pandemia non hanno risparmiato critiche all’ex assessore alla Sanità poi dimessosi dopo il coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Trapani, successivamente trasmessa a Palermo.
“La vicenda dei dati Covid truccati o meno, già parzialmente sgonfiatasi col passaggio da una procura all’altra, ha determinato come risultato più eclatante la decapitazione della Sanità Regionale sia attraverso la sospensione sine die della Dirigente Generale del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, sia con le dimissioni volontarie dell’Assessore Ruggero Razza. Non volendo minimamente entrare nel merito della vicenda giudiziaria non ci si può esimere da una semplice constatazione, quella che il Presidente Musumeci non può, per via dei tanti altri gravosi impegni, continuare ancora per molto a mantenere l’interim di un Assessorato che, mai come in questo drammatico frangente, ha bisogno di una guida a tempo pieno e in grado di gestire le tante problematiche che lo riguardano”.
“Le sue dimissioni, arrivate in piena pandemia, non sono certamente state foriere di un miglioramento della gestione della sanità regionale sotto tutti gli aspetti, sia emergenziali che ordinari, rischiando unicamente di vanificare il lavoro fin qui svolto da un assessore che, comunque la si voglia pensare, si è indiscutibilmente impegnato in un contesto già difficile di suo senza che al resto dovesse sommarsi il dramma della pandemia da Covid 19”.
I sindacati ricordano di “non avere risparmiato in passato all’assessore Razza le critiche che abbiamo ritenuto corrette e talvolta doverose ma oggi, proprio per questo al riparo da qualsiasi accusa di piaggeria, riteniamo che l’Assessorato Regionale della Salute non possa restare oltre senza un titolare e ci permettiamo di aggiungere che, per dare senso e continuità all’azione dell’intera Giunta Regionale, al netto di beghe politiche che non riguardano il buon andamento della sanità siciliana, la soluzione auspicabile sarebbe proprio quella del ritorno al timone dello stesso Ruggero Razza”.

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