L’Aliseo torna a casa. Il comandante: “Vivi per miracolo”

Il peschereccio di Mazara del Vallo vittima di un assalto di una motovedetta militare libica

E’ in navigazione verso Mazara del Vallo il peschereccio Aliseo il cui comandante Giuseppe Giacalone è rimasto ferito dai colpi d’arma da fuoco sparati ieri da una motovedetta militare libica. L’assalto è avvenuto a 35 miglia a nord della costa di Al Khums, “all’interno della Zona di protezione di pesca nelle acque della tripolitana” come ha comunicato la Marina Militare intervenuta sul posto in soccorso con la fregata Libeccio.
Un tratto di mare definito “ad alto rischio” dalle nostra autorità. L’arrivo dell’unità militare italiana ha convinto i militari libici a rilasciare l’imbarcazione che ha subito fatto rotta verso Mazara del vallo. A bordo i sette uomini d’equipaggio, compreso il comandante: cinque sono italiani, due tunisini.
Il peschereccio sta navigando alla velocità di circa 9-10 nodi all’ora; l’arrivo in porto è previsto per l’alba di domani. Le condizioni del comandante Giacalone, ferito lievemente anche alla testa da alcune schegge del vetro della cabina e medicato a bordo dai militari italiani, non destano preoccupazioni.
Il motopesca era uscito venti giorni fa per una lunga battuta di pesca del gambero rosso. La zona dove ieri è avvenuto l’abbordaggio da parte della motovedetta libica è particolarmente pescosa, battuta dai pescherecci della marineria mazarese.
Per rassicurare il figlio e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto il suo equipaggio, il comandante ha chiamato al figlio. “Sto bene, non preoccuparti”. Una telefonata di pochi minuti, arrivata a tarda notte. Una chiamata che il giovane armatore Alessandro Giacalone aspettava da ore.
“Siamo vivi per miracolo, ci hanno sparato a pallettoni, qui la cabina è piena di buchi”, racconta Giuseppe Giacalone rispondendo via radio all’Ansa mentre è in navigazione in direzione di Mazara del Vallo. Il motopesca ‘Aliseo’ arriverà in porto domattina presto.
Si emoziona quando ripensa al fatto che lui è un “miracolato, perché soltanto Dio ci ha aiutato”. Davanti agli occhi i momenti terribili vissuti ieri: “Erano le 14 quando tutto è successo – racconta – mentre eravamo in navigazione verso Nord-est ci ha raggiunto una motovedetta libica e ha iniziato a sparare. I colpi ci hanno raggiunto e i vetri della plancia sono andati in frantumi”.
Il comandante ricostruisce quegli attimi convulsi, mentre i militari libici sparavano ad altezza d’uomo per costringere l’Aliseo a fermarsi. “E’ stato un inferno. Io sono rimasto ferito al braccio e anche alla testa perché il finestrino della cabina è andato in frantumi e le schegge di vetro mi hanno colpito”.
Poi Giuseppe Giacalone racconta che i militari a bordo della motovedetta, non appena si sono resi conto del suo ferimento, hanno cercato di giustificarsi: “‘Perdono, perdono, ora ti soccorriamo’ ripetevano mentre la nostra imbarcazione veniva sorvolata dall’elicottero della Marina Militare italiana che è subito intervenuto in nostro soccorso”.

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