Morte militare a Misterbianco, accertamenti su AstraZeneca

Procura di Siracusa dispone verifiche sui sei lotti dopo la denuncia della moglie del 43enne Stefano Paternò: 4 indagati con l'accusa di omicidio colposo

SIRACUSA – Nuovi accertamenti “tecnici irripetibili” sono stati disposti per stabilire la natura e le caratteristiche di quanto contenuto nei flaconi del vaccino AstraZeneca relativo a sei lotti: ABV2856, ABV6096, ABV5811, ABV3374, ABW1277 e ABW2586.
Gli accertamenti, in esecuzione dell’ordine europeo di indagine penale, si svolgeranno mercoledì 14 e martedì 20 aprile nella sede del Rivm (National Institute for public health and the environment) a Bilthoven, in Olanda. L’avviso è stato notificato dai carabinieri del Nas alle diverse parti interessate nell’inchiesta tra cui il legale di una delle persone decedute in Sicilia dopo il vaccino.
La Procura di Siracusa ha emesso l’ordine europeo di indagine penale per potere effettuare gli accertamenti irripetibili nell’ambito dell’inchiesta sulla morte del 43enne Stefano Paternó, sottufficiale della Marina militare in servizio alla base di Augusta (Siracusa), deceduto il 9 marzo scorso nella sua abitazione a Misterbianco (Catania) quindici ore dopo aver avuto somministrata la prima dose di vaccino AstraZeneca.
La Procura di Siracusa, diretta dal procuratore capo Sabrina Gambino, ha attuato un coordinamento investigativo con altre dieci Procure che in tutta Italia stanno indagando sulle morti sospette di persone che avevano avuto somministrata la prima dose di vaccino AstraZeneca.
Il sostituto procuratore Gaetano Bono, che conduce l’inchiesta, ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo: si tratta di Lorenzo Wittum, in qualità di legale rappresentante di AstraZeneca Italia, e poi un medico e un infermiere dell’ospedale militare dove è stato somministrata la dose, e un medico del 118.
L’inchiesta era scattata dopo la denuncia presentata da Caterina Arena, moglie di Paternò, tramite l’avvocato Dario Seminara. Secondo la famiglia infatti Paternò godeva di ottima salute, era un militare continuamente sottoposto a controllo, e la causa della morte deve essere quindi collegata alla inoculazione del vaccino.
Il lotto ABV2856 è quello del quale faceva parte la dose inoculata a Stefano Paternò. La Procura di Siracusa ha subito disposto il sequestro dell’intero lotto che era stato distribuito in tutto il mondo.
Altri tre lotti sarebbero stati oggetto di attenzione da parte di Aifa, anche in seguito ad alcune inchieste scattate sempre per morti sospette dopo la prima somministrazione del vaccino, come quella della Procura di Biella. Infine gli ultimi due lotti sarebbero stati scelti in maniera casuale, probabilmente per un confronto.

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