AstraZeneca, possibili limitazioni

Si attende la decisione dell'Ema. Sileri: "Si ipotizza l'esclusione di alcune categorie". E l'azienda manda la metà delle dosi

Il 14 aprile Astrazeneca consegnerà in Italia 175 mila dosi di vaccino e non le 340 mila previste. L’azienda ha già comunicato che il 50% di dosi mancanti verrà distribuito in Italia assieme alle consegne previste per il 16 e il 23 aprile.
Intanto per una decisione su possibili limitazioni si attenderà il pronunciamento dell’Agenzia europea dei medicinali Ema, atteso entro giovedì, considerando l’eventuale correlazione tra il vaccino e i rarissimi eventi trombotici segnalati in vari Paesi.
“E’ possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca”, ha affermato a Radio 24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
“Questo è successo anche per tanti altri farmaci e nel caso di AstraZeneca il vaccino è stato utilizzato in un numero estremamente alto di soggetti – – ha aggiunto Sileri – mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi. Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo”.
L’Ema, ha spiegato Sileri, “può cioè individuare dei sottogruppi di popolazione che presentano un comune denominatore per un maggiore livello di rischio e valutare il rapporto causa-effetto in tali gruppi in relazione agli eventi trombotici rari che sono stati segnalati”.
“Quanto alla possibilità che l’Ema arrivi quindi a limitare l’uso del vaccino escludendo alcune categorie, ciò – ha sottolineato Sileri -, rientra nei processi di farmacovigilanza ed è già successo per vari farmaci, a partire dall’aspirina, per la quale a partire dagli anni ’80 è stato posto un limite d’uso per la fascia dei bambini sotto i 12 anni per alcuni eventi avversi”.

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