Carburante agricolo per tir e auto: 18 denunciati

Sequestrati dalla Gdf centomila litri, a Catania e Giarre due depositi clandestini VIDEO

CATANIA – La guardia di finanza ha eseguito una vasta operazione a contrasto delle frodi nel settore petrolifero in tutta la provincia di Catania, che ha consentito il sequestro di oltre 100mila litri di carburante, di due depositi clandestini, di cinque autocisterne, di un autocarro e la denuncia di 18 soggetti all’Autorità giudiziaria.
I controlli – svolti dal Nucleo Pef della guardia di finanza di Catania con il supporto della Direzione regionale per la Sicilia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e del Laboratorio chimico  – hanno riguardato l’intera filiera del trasporto, deposito e commercializzazione dei prodotti petroliferi.

Le attività di verifica delle autocisterne e della relativa documentazione di accompagnamento hanno consentito di riscontare, in diverse circostanze, che il carburante agricolo – a cui si applica una tassazione agevolata, allo scopo di favorire il settore, particolarmente importante per l’economia locale – era in realtà destinato, fraudolentemente, per i normali usi di autotrazione di tir e mezzi commerciali.
Gli interventi hanno anche permesso di individuare a Catania e a Giarre due vaste aree destinate a depositi clandestini di carburante, nel cui complesso sono state sequestrate anche quattro cisterne e due serbatoi metallici, con gruppo erogatore e apparato conta litri.
E’ stato accertato che, in cinque casi, il carburante sottoposto a controllo e successivo sequestro è stato ottenuto miscelando olii di bassa qualità e che pertanto, una volta messo in commercio nei distributori stradali e destinato al rifornimento, avrebbe potuto arrecare gravi danni alle autovetture.
Sono stati svolti sedici controlli nei confronti dei distributori stradali volti ad accertare il rispetto della normativa sulla disciplina dei prezzi – che impone ad ogni singolo operatore, per finalità di tutela del consumatore, la comunicazione dei prezzi del carburante al Ministero dello sviluppo economico – constatando che in cinque casi non sono state effettuate le previste comunicazioni.

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