Musumeci all’Ars: “Razza in pasto alla folla, come quella che liberò Barabba”

Il presidente della Regione si difende: "Ai magistrati chiedo più sobrietà e meno vetrine. S'indaghi se c'è notizia reato, non per cercarla. L'espressione 'spalmiamo i morti' è infelice, ma una parola mal detta può capitare a chiunque" VIDEO

Nello Musumeci si difende e contrattacca. Parlando all’Assemblea regionale siciliana, il presidente della Regione ha affrontato i temi legati all’inchiesta della Procura di Trapani sulla presunta alterazione dei dati Covid trasmessi all’Iss e alle successive dimissioni dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, indagato.
“Io non volevo e non dovevo svolgere alcuna considerazione iniziale – ha detto Musumeci – non avevo alcuna considerazione politica da fare, ma perché ho letto gli atti nell’indagine. Non c’era alcun atto personale da cui dovevo difendermi e non avevo motivo per cui avrei dovuto difendermi in quest’aula. L’ha detto il magistrato”.
Dice il magistrato, l’obiettivo era nascondere i dati per fare apparire efficiente la Regione, in previsione per le prossime elezioni: ma che tipo di ricerca di consenso è quella di un presidente di Regione che dice chiudiamo tutto; ma che tipo di ricerca è quella di un presidente della Regione che impedisce l’accessibilità delle persone del 94% cancellando voli aerei, tratte di ferroviarie, impedendo alle navi di attraccare nei porti, e lo fatto alla fine di febbraio dello scorso anno?”.
L’espressione ‘spalmiamo i morti’ è stata assolutamente infelice – ha proseguito – anche se si usa nel gergo. Può suscitare giustamente indignazione: però se si fosse detto distribuiamola o accreditiamola, forse avrebbe suscitato meno reazione. Quel termine si riferiva al fatto che quei dati erano arrivati dalle strutture con cinque giorni di ritardo, quindi non avrebbe avuto senso caricarli in un solo giorno, quello sì sarebbe stato atto falso. Non potevi dire che c’erano stati 26 morti in un giorno, quando erano stati in 4-5 giorni. Comunque li collochi il saldo finale non cambia”.
La migliore risposta l’ha data questo ragazzo, Ruggero Razza, dato in pasto alla folla, quella folla che disse liberate Barabba. La lezione di Razza, di questo ragazzo cresciuto nelle caserme, nell’insegnamento del padre addestrato nell’Arma, formato alla Nunziatella, cresciuto accanto a me e al quale voglio bene come fosse un figlio pur non avendogli risparmiato critiche, sta vivendo giornate difficili. Potrebbe capitare a ciascuno di voi, per una parola mal detta, per avere compiuto un atto senza la dovuta meditazione. Prudenza serve, prudenza”.

Musumeci ha aggiunto: “La gente è disperata, è affamata, ed facile aizzare le persone per dire mandate a casa questo governo. Non si risolve niente così perché rispetto alla folla che grida c’è un popolo che pensa e ragiona”. E rivolgendosi a M5s e Pd, ha detto: “Divertitevi… divertitevi. Ho visto tanti sciacalli ballare sui leoni in difficoltà. Divertitevi… tanto i leoni resteranno leoni… gli sciacalli resteranno sciacalli”.
Nel suo intervento all’Assemblea siciliana, a tratti molto duro nei confronti delle opposizioni che hanno chiesto le sue dimissioni dopo il caso dei presunti taroccamenti dei dati Covid su cui indaga la Procura di Trapani, il presidente della Regione ha attaccato il Pd: “A voi ricordo il cerchio magico del senatore Beppe Lumia, ricordo il presunto o vero sbiancamento anale del presidente (Rosario Crocetta, ndr), e le parole agghiaccianti di Lucia Borsellino che se ne andò dalla giunta sbattendo la porta e a chi le chiedeva i motivi rispose per ragioni di ordine etico e morale. Zingaretti non si è dimesso, e ha fatto bene, due mesi fa quando ha ricevuto un avviso di garanzia. Ruggero Razza invece lo ha fatto, e ora voi chiedete persino le mie dimissioni. Solo i vili e i fuggiaschi si dimettono, siamo qui perché questa terra la vogliamo cambiare. Ho accolto le dimissioni di Razza in maniera molto sofferta, ho assunto l’interim della Sanità non so per quanti giorni o per quanti mesi”.
“Prendo atto che il magistrato inquirente abbia escluso ogni mia responsabilità, ma non è questo il tema. Chiedo ai magistrati che si stanno occupando della vicenda, più sobrietà, meno vetrine, meno interviste. Un pm nella fase iniziale dell’indagine deve avvertire la necessità di meno sovrapposizioni mediatiche. Se fossi avvocato direi che non si indaga per sapere se c’è notizia di reato ma perché c’è una notizia di reato. Un pm non deve esprime valutazioni di carattere morale o etico su persone che ricoprono cariche pubbliche, si deve occupare dei reati”.

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