“Sistema marcio e malato”

Le reazioni. Barbagallo (Pd): "I dati Covid falsi sono solo la punta dell'iceberg". Fava: "Musumeci non sapeva? Imperdonabile". LeU: "Parole di Razza vergognose"

La notizia delle indagini della Procura di Trapani che “ha iscritto nel registro degli indagati l’assessore regionale alla Salute per falso materiale in concorso” scatena le critiche delle opposizioni. “Chiediamo le immediate dimissioni dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza. L’immagine della sanità siciliana, in un momento così complicato, non può essere affidata ad un assessore che ne ha già combinate di tutti i colori” dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
Nella stessa indagine sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana. “I dati falsi e truccati emersi dalle indagini sono la punta di un iceberg di un sistema marcio e malato. Il Pd – prosegue Barbagallo – aveva già messo in evidenza le storture della Sanità siciliana con la mozione di sfiducia presentata all’Ars nei mesi scorsi e bocciata da una maggioranza pronta solo ad eseguire gli ordini del capo”.
Durissimo il presidente dalla Commissione regionale antimafia, Claudio Fava: “Le dimissioni di un assessore alla salute che falsifica e fa “spalmare” i dati sul Covid non vanno chieste dall’opposizione: vanno pretese dal presidente della Regione. Stamattina. Come primo atto di decenza morale. Quanto a Musumeci, se davvero non sapeva, l’inettitudine di un Presidente incapace di controllare la gestione dell’emergenza è colpa grave e imperdonabile. Una colpa che non gli permetteremo di nascondere lanciando la palla in tribuna, come è uso fare da tre anni a questa parte”.
“Questa volta la politica era arrivata prima dei magistrati ma – conclude – di fronte ai fatti di oggi Musumeci non ha scelta: Razza non può restare un minuto di più”. Per il sindaco Leoluca Orlando “il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi”. “Come “presidente dell’Anci Sicilia convocherò il direttivo – aggiunge – per valutare tutte le iniziative da assumere ivi compresa la costituzione di Parte Civile e ogni altra azione a garanzia del rispetto del diritto alla salute di tutti e dell’esercizio corretto delle competenze comunali”.
“Ho sempre ripetuto che la classificazione dei territori in base ai colori non andava e non va considerata come un concorso a premi né, tantomeno, una partita a poker dove bluffare per vincere di più – osserva Orlando -. La zona rossa, soprattutto se il Governo regionale e nazionale intervengono con i giusti ristori e sostegni alle imprese e alle famiglie, è lo strumento per salvare vite umane. Più volte, fino a pochi giorni fa ho sollecitato e richiesto che fossero forniti ai sindaci siciliani e ai cittadini dati corretti, costanti e scientificamente validi. Ancora oggi, però, i sindaci hanno dati contrastanti, incerti e non conoscono i dati sullo stato di occupazione dei posti letto”.
“L’inchiesta sulla presunta alterazione dei dati della pandemia in Sicilia è in mano all’autorità giudiziaria di cui rispetto profondamente il lavoro e su cui nutro fiducia. Da un punto di vista politico è chiaro come a tutti i cittadini sia dovuta la massima chiarezza e trasparenza da parte di chi è coinvolto nelle indagini e occupa ruoli pubblici. Da un punto di vista mediatico mi aspetto che la Sicilia non finisca adesso nel solito tritacarne del giustizialismo da salotto tv” aggiunge il deputato della Lega Nino Minardo, segretario regionale in Sicilia.
“In una giornata non certamente piacevole – spiega – ricordo a me stesso e a tutti che la ragionevolezza e la giustizia esigono equilibrio tra la presunzione di innocenza e la verità dei fatti. I fatti finora ci dicono che la gestione dell’emergenza covid-19 in Sicilia abbia sofferto di alcuni errori ma abbia pure contato sull’impegno e sul sacrificio tanto degli operatori sanitari e dei volontari in prima fila quanto dei rappresentanti delle Istituzioni che hanno lavorato senza tregua. Guai a prendere spunto dall’inchiesta di oggi per buttare fango sulla Sicilia e sui siciliani. Chi in Sicilia da più di un anno è in trincea, chi ha assistito e assiste sotto ogni profilo (medico, psicologico, economico, istituzionale) i deboli e chiunque abbia lavorato nell’interesse della collettività oggi esige sia la trasparenza e la verità che il rispetto”.
Per il senatore di LeU Francesco Laforgia “le parole dell’assessore regionale alla Salute siciliano sono vergognose. Si accertino immediatamente le responsabilità sulla vicenda dati falsi sui decessi per Covid in Sicilia, che vede indagati l’assessore Razza e la dirigente Liberti. L’assessore si dimetta immediatamente e si valuti il commissariamento della sanità siciliana. La politica, arriva dopo la magistratura, peccato”.
“Restiamo sgomenti nell’apprendere dello scandalo che ha coinvolto l’assessore alla salute della Regione Siciliana e di come, secondo le accuse, si possa esser giocato sulla salute dei siciliani falsificando i dati dei contagi da Covid-19. È l’ulteriore disastro della gestione dell’emergenza che certifica il fallimento dell’amministrazione Musumeci in Sicilia” affermano i deputati nazionali Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica, insieme con il senatore del Movimento 5 Stelle, Steni Di Piazza.
“Ove gli esiti dell’indagine dovessero confermare la responsabilità dell’assessore Razza e dei dirigenti e funzionari regionali coinvolti, si tratterebbe di un fatto di una gravità inaudita – affermano i cinquestelle – Nell’attesa che la magistratura accerti i fatti, però, è necessario ed opportuno che Razza si dimetta, senza perdere un attimo di tempo. L’inchiesta odierna getta un’ombra troppo grande sul suo operato che compromette irrimediabilmente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, proprio in quelle istituzioni che dovrebbero avere come obiettivo la cura e la tutela della salute della collettività”.

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