Immobili, auto e anche un ristorante in centro: maxi confisca al clan Cappello

Catania. I beni appartenevano a padre e figlio ritenuti esponenti della cosca nei rioni Picanello e Monte Po VIDEO

CATANIA – La polizia di Catania, su delega del tribunale etneo, ha confiscato beni del valore di 500 mila euro ai pregiudicati C. S., 55 anni, e C. G., 35 anni, appartenenti alla cosca mafiosa Cappello.
Tra i beni in oggetto c’è un’impresa individuale sita nel centro storico della città etnea e attiva nel settore della ristorazione, 3 immobili a in Catania (nello specifico due appartamenti e un terreno), un’autovettura e diversi rapporti finanziari riconducibili agli interessati. Le indagini hanno consentito di individuare che tutto il patrimonio è oggetto di intestazione fittizia attraverso il reimpiego di denaro proveniente da attività illecite.

In particolare, C. S., risulta appartenere, come anche confermato da diversi collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti, al clan Cappello – Bonaccorsi, nello specifico al gruppo di Monte Po- Picanello, capeggiato dal cognato S. M.. C. S. risulta gravato da precedenti penali e di polizia per reati di grave allarme sociale fra i quali: spaccio di stupefacenti, riciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione di tipo mafioso, coinvolto nell’indagine Camaleonte a carico di 58 soggetti, tutti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cappello-Bonaccorsi), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish), detenzione e spaccio, reati in materia di armi.
L’operazione Camaleonte ha riguardato, tra gli altri, diversi familiari di C. S., tra cui i cognati, la moglie e il figlio C. G., anch’egli appartenente al gruppo di Monte Po-Picanello della cosca mafiosa Cappello-Bonaccorsi.

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