Catania, scena muta

di Alberto Cigalini. Seconda sconfitta di fila al Massimino: il Teramo vince senza faticare con un autogol di Confente (f. Galtieri). Rossazzurri scarichi, in difficoltà atletica e mai pericolosi

a.cig.) Prima il Palermo, ora il Teramo. Vincere al Massimino è diventato troppo facile. Due sconfitte interne di fila certificano tutti gli affanni del Catania.
Il 3-0 di Bisceglie, peraltro maturato dopo un primo tempo opaco, aveva messo tra parentesi il discorso pur senza illudere nessuno, ma il tema, come ribadito da questo nuovo stop, resta attuale.
Scarica e giù di corda, la squadra rossazzurra ha più di un elemento in condizioni fisiche precarie e continua a palesare grandissime difficoltà nel produrre gioco e nel rendersi pericolosa.
Il sabato di sostanziale inoperosità vissuto dal portiere ospite Lewandowski è indicativo dei problemi di un gruppo che nell’anticipo contro i biancorossi fornisce forse la sua peggiore prova stagionale permettendo agli ospiti di portare via tre punti senza troppa fatica.
Perso per 40 giorni il capitano Silvestri, Raffaele conferma il previsto 3-5-2 riorganizzando la difesa con Claiton affiancato da Sales e Giosa, in campo al posto dell’acciaccato Tonucci. In regia Rosaia viene preferito a Maldonado così come Albertini a Calapai sulla destra, in attacco fiducia alla coppia formata da Di Piazza e Russotto.
Non va. E’ il Teramo ad interpretare meglio la gara proponendo, come nelle intenzioni del tecnico Paci, un 4-2-3-1 che fa tanta densità in zona palla e tiene alte le posizioni valorizzando la qualità posseduta sulla trequarti.
Il rasoterra di Pinzauti contenuto da Confente, l’inserimento di Santoro murato da Claiton, il tiro di poco a lato di Bombagi e la conclusione dal limite di Diakite spedita in angolo dal portiere di casa certificano una prevalenza che alla mezz’ora si traduce nel legittimo vantaggio: tiro dal limite di Vitturini, doppio palo e tocco decisivo di Confente che spinge la palla in fondo al sacco.
Il Teramo ha nel centrocampo il reparto migliore e si nota. In mediana il Catania è in chiara difficoltà. Mancano intensità, profondità, linee di passaggio. Emblematico il disagio di Rosaia nel ruolo di play. I cursori di fascia restano ai margini, il duo d’attacco è a corto di palloni giocabili e di compagni che sostengano l’azione offensiva.
I rossazzurri non riescono a costruire una sola palla gol nell’intero primo tempo limitandosi a un sinistro da lontanissimo di Dall’Oglio bloccato senza problemi da Lewandowski e a una sortita di Albertini sulla quale libera Diakite.
Inevitabile per Raffaele cambiare qualcosa dopo l’intervallo. L’inserimento di Reginaldo per Rosaia propizia il passaggio al 3-4-3, ulteriormente ritoccato negli interpreti poco prima dell’ora di gioco con il doppio cambio Calapai-Albertini e Sarao-Di Piazza.
Il Catania rischia in apertura di ripresa su un tocco sotto misura di Pinzauti che finisce tra le braccia di Confente replicando pochi minuti più tardi con un sinistro alto di Pinto. Servirebbe qualcosa di meglio per mettere sotto pressione il Teramo, che invece gestisce il vantaggio senza scomporsi.
Raffaele ci prova con Maldonado per Welbeck e visto che nulla continua ad accadere a un quarto d’ora dallo scadere gioca anche la carta Piccolo, buttato nella mischia al posto di Giosa dopo due mesi di assenza per passare al 4-2-4.
I rossazzurri collezionano quattro angoli in rapida successione dopo averne messo insieme appena uno in oltre 70 minuti provandoci con un colpo di testa di Claiton sul quale Russotto non riesce a trovare la correzione ravvicinata.
Pochi istanti dopo il nuovo entrato Mungo grazia gli avversari concludendo una ripartenza con un tiro debole e centrale, ma è un regalo che questo Catania così giù di tono proprio non sa scartare non andando oltre le proteste per due tocchi di braccio in area di Vitturini e Tentardini. Forse legittime, ma insufficienti per giustificare una partitaccia.
CATANIA-TERAMO 0-1
Catania (3-5-2): Confente 5.5; Sales 5.5, Claiton 6, Giosa 5.5 (29′ st Piccolo sv); Albertini 5 (12′ st Calapai 5.5), Welbeck 5 (23′ st Maldonado sv), Rosaia 5 (1′ st Reginaldo 5), Dall’Oglio 5, Pinto 5; Di Piazza 5 (12′ st Sarao 5.5), Russotto 6. In panchina: Martinez, Tonucci, Zanchi, Izco, Manneh, Vrikkis. Allenatore: Raffaele 5
Teramo (4-2-3-1): Lewandowski 6; Vitturini 6.5, Diakite 6.5, Piacentini 6, Tentardini 6; Santoro 6.5, Arrigoni 6.5; Ilari 6.5, Bombagi 6.5 (40′ st Gerbi sv), Costa Ferreira 6.5; Pinzauti 6 (29′ st Mungo sv). In panchina: D’Egidio, Trasciani, Bellucci, Viero, Lombardi, Kyeremateng, Di Francesco. Allenatore: Paci 6.5
Arbitro: Luciani di Roma 5.5
Rete: 29′ pt Confente (aut).
Note: ammoniti Vitturini, Giosa, Welbeck, Mungo. Angoli: 6-3. Recupero: 0′; 4′.
 
 

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