“All’ong solo un semplice contributo”

Dopo l'inchiesta della procura di Ragusa la Maersk chiarisce: "Mesi dopo il salvataggio abbiamo donato 125 mila euro a Mediterranea"

Il caso: pagati per il trasbordo dei migranti, 4 indagati

PALERMO – “Mesi dopo l’operazione di salvataggio, Maersk Tankers ha incontrato i rappresentanti di Mediterranea per ringraziarli della loro assistenza umanitaria. In seguito a questo incontro, abbiamo deciso di dare un contributo di 125 mila euro a Mediterranea per coprire alcuni dei costi sostenuti in seguito all’operazione”. E’ quanto si legge in una nota firmata da Kis Soegaard, portavoce della compagnia danese di navigazione , Maersk Tankers, a seguito dell’inchiesta della procura di Ragusa che coinvolge esponenti della Ong Mediterranea. “Ad ora – aggiunge la nota – non siamo stati contattati dalle autorità”.
“Il 5 agosto 2020 l’equipaggio della Maersk Etienne – aggiunge la compagnia danese – ha salvato 27 persone in difficoltà in mare su richiesta delle autorità maltesi. Una volta tratti in salvo, migranti ed equipaggio sono stati lasciati in situazione di stand-off per un periodo senza precedenti: 38 giorni, senza che nessuna autorità fosse disposta a permettere alla nave di fare scalo né autorizzasse lo sbarco sicuro delle persone salvate. Dopo diverse richieste di assistenza rimaste senza risposta, la situazione è diventata terribile dal punto di vista umanitario”.
“Abbiamo concordato con Mediterranea che avrebbero condotto una valutazione sanitaria utilizzando il team medico a bordo della Mare Jonio. Il trasferimento sulla nave – si legge ancora – è avvenuto in seguito alla loro valutazione, e cioè che le condizioni delle persone salvate richiedevano cure immediate in strutture mediche adeguate. Era una situazione umanitaria e vogliamo chiarire che in nessun momento prima o durante l’operazione è stato discusso o concordato un compenso o un sostegno finanziario”. Il contributo di 125 mila euro, da parte della società danese, è stato versato alla Ong “mesi dopo”.
Maersk Etienne spiega di non essere stata ancora contattata dalle autorità italiane, “ma siamo pronti a dare il nostro contributo, se saremo contattati. Continuiamo a spingere affinché una convinta azione politica eviti il ripetersi dell’incidente della Maersk Etienne. Il lavoro più notevole in questo ambito è condotto attraverso Danish Shipping, che è in dialogo con le autorità danesi, l’Unione europea, l’Organizzazione marittima internazionale e altre parti interessate”.

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