Tre regioni a rischio alto, la Sicilia no

L'Isola rimane arancione, Sardegna promossa in giallo. L'Iss: "Pandemia peggiora, state a casa". Finora contagiato il 4% degli italiani

ROMA – La bozza del monitoraggio settimanale della Cabina di regia rileva un lieve generale peggioramento dell’epidemia con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto (3 contro 1) e con la riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 contro 10).
Rt sopra l’1 in tre regioni: Umbria con il dato più alto (1.18), a seguire la PA di Bolzano a 1.06 e il Friuli Venezia Giulia a 1.03. Tutte le altre regioni sono sotto il valore soglia di 1, con Abruzzo e Toscana al limite, rispettivamente 0.99 e 0.98. La PA di Trento il più basso a 0.61, seguono Veneto e Basilicata a 0.63. La Sicilia è a 0.73.
Tredici regioni evidenziano un trend di casi in aumento. Va meglio invece la Sardegna, che marcia verso un cambio di fascia: da lunedì passerà dalla fascia arancione a quella gialla, portando a 16 regioni e provincia autonoma nella fascia più ‘light’ della classifica.
Quella della Sardegna è l’unica ordinanza che era in scadenza, non essendone previste altre in questo fine settimana. Lunedì la mappa del rischio Covid in Italia si comporrà dunque di 17 aree in giallo (16 regioni e provincia autonoma di Trento), 3 aree arancioni (Puglia, Umbria, dove la Regione va verso mini zone rosse nel Perugino, e Sicilia) per le quali le ordinanze scadono il 15 febbraio.
Si conferma secondo l’Iss-ministero della Salute “la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone” e di “restare a casa il più possibile”. È fondamentale poi che “la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie”.
La percentuale di casi sulla popolazione italiana dall’inizio della pandemia sino al primo febbraio è arrivata intanto al 4,27%. Per quanto riguarda la letalità (cioè il rapporto dei casi sui contagiati) nell’ultima settimana il dato più elevato si registra nella Liguria pari a 16,54 per mille abitanti, nel Piemonte (12,46) e in Valle d’Aosta (11,94); la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 4,35, (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata quando era 4,46). La mortalità, cioè il rapporto tra i decessi e la popolazione, è in diminuzione.

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