Deposito scorie nucleari, ipotesi Sicilia. Sindaci protestano: “Noi non ci stiamo”

Individuate quattro aree idonee per la costruzione del sito nazionale nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. I primi cittadini si oppongono: "Nessuno ci ha informati" MAPPA

Sono sette le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.
Sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, dal cui sito è tratta la mappa) sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni.
In Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente adatte. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera.

Non nascondono la propria contrarietà i sindaci dei comuni siciliani coinvolti. Giacomo Tranchida, primo cittadino di Trapani, dice: “Apprendiamo che le campagne di Trapani saranno destinate a deposito di rifiuti radioattivi italiani. Sconosciamo l’argomento e la cosa ci preoccupa non poco perché in periodo di pandemia il governo richiama alla responsabilità sanitaria dei sindaci, tranne quando si ha l’esigenza, nemmeno informando la locale autorità sanitaria, di trovare silente una discarica? Non ci stiamo”.
“Sono rimasto di stucco – commenta invece il primo cittadino di Petralia Sottana, Leonardo Neglia – e anche un po’ contrariato apprendendo la notizia. Ci lascia sgomenti: noi siamo anche sede dell’ente parco delle Madonie, da un lato si vuole la protezione della zona dall’altro si vogliono seppellire scorie nucleari. Non sapevo nulla di questa cosa, nessuno ci ha mai informati. Se qualcuno è venuto a fare ispezioni non ce l’hanno detto. Neanche una mail. Il sito del Cnapi è bloccato. Non posso neanche controllare per sapere se c’è la contrada specifica individuata”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del sindaco di Butera, Filippo Balbo: “Apprendo che il territorio di Butera è uno dei siti individuati come area potenzialmente idonea alla costruzione del deposito nucleare nazionale dai giornalisti. Naturalmente sono contrariato per il fatto che le istituzioni, e in questo caso il ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, abbiano tenuto massimo riserbo su questa cosa. Avrebbero potuto quanto meno comunicarlo agli enti locali interessati”.
“Non rinuncio a fare un referendum popolare su questa questione – aggiunge Balbo – coinvolgendo i cittadini e capendo qual è la volontà di tutti. Farò fare anche una relazione da tecnici specializzati per capire qual è il sito, che allo stato non conosco, e quali sarebbero gli eventuali rischi e ci comporteremo di conseguenza. Noi abbiamo un territorio votato all’agricoltura e anche al turismo perché abbiamo 8,5 chilometri di costa e non possiamo permetterci di avere un sito di questo tipo con materiale radioattivo. Nelle prossime ore comunque cercherò di avere dettagli in più sulla questione”.
“Ci opporremo con tutte le forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel nostro territorio di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, dice dal canto suo il sindaco di Castellana Sicula, Franco Calderaro. “Intraprenderemo qualsiasi iniziativa – continua – e chiediamo il supporto della Regione, dell’Ars, dei senatori e deputati eletti nel territorio e del Parco delle Madonie, a tutta la popolazione madonita”.
Calderaro e Neglia, sindaco di Petralia Sottana, hanno comunicato in una nota che si opporranno all’iter per la creazione di depositi di rifiuti radioattivi nell’area di Vicaretto ricadente nei loro territori con il sostegno di tutti i sindaci e presidenti dei consigli dell’Unione Madonie

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