Prossimo dpcm, in vista nuove restrizioni

Lunedì vertice Governo-Regioni, si valuta proroga stato di emergenza. Proposta Iss: zona rossa con 250 casi ogni 100 mila abitanti

ROMA – Arriverà venerdì prossimo, 15 gennaio, il nuovo dpcm con le misure anti pandemiche: è prevista, secondo quanto si apprende, la conferma delle attuali misure mentre si stanno valutando nuove restrizioni, anche se al momento non sembrerebbero essere già state definite le nuove misure.
Il governo sta valutando anche la proroga dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio. Non sarebbe ancora tuttavia definita la durata della nuova proroga.
Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato per lunedì mattina una riunione con Regioni, Anci e Upi con all’ordine del giorno le misure per il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 16 gennaio. All’incontro, in programma alle 10.30, parteciperà in video conferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza.
Dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un’ulteriore stretta: se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100 mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La proposta, avanzata dall’Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni.
In base all’ultimo monitoraggio, con l’abbassamento dei parametri relativi all’incidenza dei casi, l’unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un’incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100 mila abitanti. A rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza a 242,44. In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100 mila abitanti: oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201).
In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100 mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti”. L’incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100 mila abitanti.
C’è perplessità, fra le Regioni, sulla proposta del Cts su una soglia che farebbe finire quasi automaticamente in zona rossa alcune regioni. L’automatismo del numero dei casi per 100 mila abitanti, è il ragionamento che si sta facendo in queste ore fra amministratori e dirigenti sanitari, potrebbe finire per penalizzare le regioni che fanno il maggior numero di tamponi ed essere una sorta di disincentivo al contact tracing, ovvero fare meno tamponi, per trovare meno casi, per non finire in zona rossa. E non terrebbe conto, inoltre, della diversa organizzazione delle strutture ospedaliere sui vari territori.

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