Non c’è il ponte nel Recovery plan: “E il governo ci prende pure in giro”

L'assessore Falcone commenta le bozze: "Schiaffo alla Sicilia, con lo sberleffo del tunnel o della funivia dello Stretto"

PALERMO – “Oggi che siamo alle battute finali dell’immaginifico Recovery plan, appare davvero preoccupante leggere di come, in nessuna delle bozze circolate, compaia il ponte sullo Stretto”. Non è contento, l’assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana Marco Falcone, dopo aver letto le bozze del Recovery plan circolate in vista dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri.
“Lo stesso – continua – per tante altre priorità strategiche individuate nel documento inviato a Roma dalla Regione siciliana. Ma innanzitutto l’estromissione del ponte, maturata fra slogan e vere e proprie prese in giro come il tunnel o la funivia dello Stretto, rappresenta certamente il più grave fra gli schiaffi inferti dal governo Conte ai sogni e alle necessità della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia”.
Falcone afferma che “nel pieno della crisi pandemica epocale che stiamo vivendo gli investimenti miliardari del Recovery plan vengono dipinti da mesi come degni successori delle politiche keynesiane o del Piano Marshall, interventi entrati nella storia dell’Occidente. Bene, oggi purtroppo dobbiamo prendere atto della realtà: la Sicilia e il Sud saranno esclusi da una svolta di tale portata grazie a una precisa scelta politica del governo Conte”.
“Tra l’altro, fino a pochi giorni fa – ricorda l’assessore alle Infrastrutture – il presidente Nello Musumeci aveva tenuto una linea costruttiva, chiedendo alla ministra Paola De Micheli di prevedere il ponte nel Recovery plan, o quantomeno, nel caso in cui veramente esistesse, un progetto di attraversamento stabile dello Stretto da realizzare in tempi rapidissimi. Purtroppo, nulla di tutto ciò”.
“Ci dispiace – conclude Falcone – che la Sicilia, ancora nel 2021, sia tagliata fuori dall’alta velocità per un capriccio ideologico di Pd e Movimento 5 stelle. Ci auguriamo che, almeno in extremis, uno scatto di orgoglio (o d’amore) per l’Italia da parte di qualche componente della maggioranza”.

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