Il Catania ringrazia Pecorino

di Alberto Cigalini. Deludente prova dei rossazzurri contro un Palermo in emergenza: un guizzo dell'attaccante etneo (foto Galtieri) evita la sconfitta dopo il vantaggio di Kanoute

a.cig.) La squadra con il deserto in panchina è il Palermo, ma a finire di fatto in dieci è il Catania.
Denis Tonucci fasciato e zoppicante, spedito a centrocampo per onor di firma negli ultimi minuti a sostituzioni esaurite, simboleggia il paradosso che racchiude la scombinata serata dei rossazzurri, cattivi interpreti di un derby raddrizzato in extremis.
Chi si era illuso che potesse essere tutto semplice contro un avversario presentatosi con soli undici uomini più il terzo portiere come unica riserva aveva fatto male i conti.
Un po’ perché il Palermo tiene bene botta schierando una formazione che è comunque almeno per nove undicesimi quella prevista alla vigilia prima che i casi di Covid azzerassero la facoltà di scelta di Boscaglia complicandogli la vita e un po’ perché per approfittare delle eventuali debolezze altrui devi avere uno spessore che al momento il gruppo etneo non possiede.
La grande classica del calcio siciliano mancava da sette anni, ma quelli erano decisamente altri tempi. Allora si duellava in Serie A iscrivendo nel tabellino dei marcatori gente come Barrientos e Ilicic. Oggi va invece in scena un derby dai contenuti assai modesti, dal quale i padroni di casa vengono fuori meglio, non fosse altro che per essere usciti indenni dall’emergenza.
La squadra in difficoltà dovrebbe essere il Palermo, ma i problemi maggiori sembra averli il Catania. L’approccio alla gara dei rossazzurri è pessimo. Raffaele propone il 3-5-2 preventivato con Tonucci recuperato nel terzetto difensivo, Dall’Oglio titolare in mediana e il duo Pecorino-Reginaldo in avanti: al di là dei numeri, però, è l’atteggiamento che non va.
Invece di mettere pressione agli avversari, schierati con un 4-2-3-1 nel quale il solo Martin è la vera scelta forzata rispetto alle previsioni della vigilia, gli etnei giocano con timidezza, a ritmi molto lenti e senza creare lo straccio di un’occasione degna di tale nome. Troppi i palloni buttati via, troppi i lanci lunghi tentati per mancanza di soluzioni, troppi gli errori gratuiti. E poca personalità.
Più in partita il Palermo, che tiene meglio il campo e passa sugli sviluppi di un angolo: la difesa rossazzurra è poco reattiva prima su Saraniti, liberato da uno svarione di Claiton, e quindi su Kanoute, che ribadisce in rete la respinta di Martinez sul primo tentativo del centravanti rosanero (foto Galtieri sotto, diritti riservati).

Il Catania dovrebbe scuotersi, ma non lo fa. Il baricentro resta basso, la squadra è nervosa e poco lucida. La formazione di Boscaglia sfiora pure il raddoppio con Saraniti, attivato da un’altra disattenzione difensiva e autore di un destro sin troppo violento che scheggia la traversa.
L’altra occasione prima dell’intervallo è ancora di marca rosanero: Valente, in campo in condizioni precarie, s’inserisce bene su imbeccata di Martin, ma non trova la porta di Martinez.
Serve quasi un’ora per vedere il primo squillo rossazzurro: il colpo di testa di Pecorino su cross dalla destra di Calapai finisce d’un soffio a lato. Il Catania alza il baricentro approfittando anche dell’inevitabile calo dei rosanero, privi di sostituzioni, ma le palle-gol latitano.
Raffaele cambia tutto inserendo prima Izco e Biondi e poi Emmausso e Piovanello per passare a un 4-2-4 iperoffensivo. Il Palermo si abbassa e sembra reggere, grazie anche alla generosità dell’ex di turno Odjer, assai presente in mediana.
Il lampo rossazzurro che rimette in piedi il Catania arriva a dieci minuti dallo scadere ed è proprio di un catanese: Emanuele Pecorino vince il duello a sportellate con Marconi in area e batte Pelagotti firmando la sua prima rete da professionista proprio nel derby di Sicilia.
Nel finale c’è ancora tempo per un’occasione per parte: Martinez dice di no di piede al tentativo di Rauti, poi, in pieno recupero, Biondi gira alto in acrobazia un buon assist di Piovanello, il più tonico degli etnei.
Finisce 1-1. Il Catania porta a casa un punto. Anzi, un punticino.
PALERMO-CATANIA 1-1
Palermo (4-2-3-1): Pelagotti 6; Almici 6.5, Palazzi 6.5, Marconi 5.5, Corrado 6; Odjer 7, Martin 6.5; Kanoute 6.5, Rauti 5.5, Valente 6; Saraniti 6. In panchina: Matranga. Allenatore: Boscaglia 6.5
Catania (3-5-2): Martinez 6; Tonucci 6, Claiton 5 (24′ st Emmausso 5.5), Silvestri 6; Calapai 5.5, Rosaia 5 (24′ st Piovanello 6.5), Maldonado 5.5, Dall’Oglio 5 (15′ st Izco 5.5), Pinto 5 (15′ st Biondi 6); Reginaldo 5.5 (40′ st Welbeck sv), Pecorino 6.5. In panchina: Della Valle, Confente, Gatto, Vrikkis, Manneh, Zanchi, Panebianco. Allenatore: Raffaele 5.
Arbitro: Zufferli di Udine 6.
Reti: 15′ pt Kanoute, 36′ st Pecorino.
Note: serata serena, terreno in buone condizioni. Al 32′ st allontanato dalla panchina il responsabile dell’area tecnica del Catania Vincenzo Guerini. Ammoniti: Odjer, Pinto, Almici, Palazzi, Pelagotti, Pecorino, Rauti, Welbeck. Angoli: 3-3. Recupero. 0′; 4′.

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