Catania rischia di perdere 350 posti

In bilico progetto della St, allarme del sindacato: "E' in gioco il futuro dell'Etna Valley". Il M5s: "Dal governo arriveranno le risorse promesse"

CATANIA – Allarme lavoro a Catania.  “Il nuovo impianto catanese per la produzione di substrati di carburo di silicio per cui STMicroelectronics aveva acquistato dal Comune un terreno nella zona industriale della città è a rischio”, dice il segretario generale della Uilm di Catania, Giuseppe Caramanna.
“I vertici della multinazionale hanno confermato il progetto strategico, ma hanno detto che potrebbe essere realizzato in altre nazioni, dove le agevolazioni per l’impresa, particolarmente quella hi-tech, sono decisamente superiori”.
“Rivolgiamo un appello a Stato e Regione – aggiunge il sindacalista – perché facciano di tutto affinché Catania non perda un’opportunità irripetibile. È in gioco la creazione di 350 posti di lavoro e una fetta del futuro di Etna Valley. Allo stato attuale il cantiere per la costruzione dell’impianto nel nostro territorio è fermo, ma la fabbricazione di substrati di carburo di silicio non può certo attendere. Questa produzione innovativa, sviluppata dalla ricerca St proprio nello stabilimento catanese, è decisiva per lo sviluppo della mobilità elettrica”.
Dal viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni e dai parlamentari del M5s, Simona Suriano ed Eugenio Saitta, lanciano segnali positivi: “Vogliamo rassicurare i lavoratori dell’Etna Valley. Lo scorso novembre eravamo già stati alla Stm per incontrare i dipendenti e vogliamo confermare che il governo ha una sola parola. Il Mise e il Mef hanno, infatti, già previsto le risorse necessarie per supportare il progetto su Catania dell’ampliamento del sito. Il governo italiano è al fianco delle imprese che investono in Italia e, a maggior ragione in un momento di così grande difficoltà economica e sanitaria, non possiamo permetterci di mettere in secondo piano un’eccellenza del Sud del Paese”.

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