Boccia: “Lockdown come a marzo? No”. Conte aspetta i dati di venerdì per decidere

La curva dei contagi ha raggiunto il plateau: non scende ancora ma neanche sale più. Il premier vorrebbe evitare un nuovo Dpcm

“Quel tipo di lockdown di marzo, con tutti gli interruttori staccati e il Paese al minimo, dico chiaramente che non lo avremo. Non possiamo permettercelo. Non reggerebbe il Paese. Questo non esclude che si facciano dei lockdown rigorosi e territoriali come quelli che abbiamo già iniziato”. Così il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a Porta a Porta.
“Il numero dei deceduti aumenterà ancora nei prossimi giorni, purtroppo, e questo deve farci sentire tutti responsabili. Per tenerli giù il più possibile – spiega – ora dobbiamo fare i sacrifici che è necessario fare, ma questo non significa lockdown nazionale”.
“Nella terza settimana (dopo due di misure restrittive, ndr) sarà possibile allentare su alcune province. Finite le due settimane di monitoraggio si potrà avere un regime diverso”, ricorda il ministro.
Sono gli scienziati a far ben sperare Giuseppe Conte: la curva dei contagi, gli spiegano Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, ha raggiunto il plateau, il punto in cui ancora non scende ma neanche sale più. Non è affatto lo scampato pericolo. Anzi, il ministro Roberto Speranza si mostra ancora preoccupato per i messaggi di allarme che arrivano dal mondo sanitario, perché se gli scienziati vedono la curva i medici osservano la realtà di corsie e reparti.
La consapevolezza che guida il premier e i capi delegazione, in una riunione lunga oltre sei ore, è che novembre sia il mese decisivo per evitare una seconda ondata di Covid peggiore della prima e un Natale in lockdown. Ma il rallentare della curva allontana per ora lo spettro di un lockdown generalizzato, che Conte vuole a ogni costo scongiurare. E anche la necessità di un nuovo dpcm per una ulteriore stretta nazionale.
La scelta comune è puntare ancora sull’impianto che ha diviso il Paese in zone gialle, arancioni e rosse a seconda dei contagi. Ma qualche divergenza si registra sulla scelta, in prospettiva, di irrigidire ancora le misure. Per ora ci si è dati tempo fino a venerdì, quando arriveranno i nuovi dati del monitoraggio: entro il weekend la gran parte delle Regioni d’Italia dovrebbe passare in zona arancione o rossa.
E i ministri Speranza e Boccia starebbero incoraggiando i governatori ad adottare misure più restrittive di quelle del governo, soprattutto per evitare assembramenti nei weekend, con limitazioni ulteriori di negozi e ristoranti. Ma che basti, sarà da verificare, osserva chi spinge per misure nazionali ancor più rigorose.

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